Nero di Londra by Mario José Cereghino & Giovanni Fasanella

Nero di Londra by Mario José Cereghino & Giovanni Fasanella

autore:Mario José Cereghino & Giovanni Fasanella [Cereghino, Mario José & Fasanella, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2022-09-19T15:03:30+00:00


Il golpe strisciante

«Manipolare gli italiani», dunque. Per farne il tassello principale delle strategie postbelliche britanniche. Sir Samuel Hoare, come si è visto finora, ci sta lavorando ormai da tempo con determinazione e persino con brutalità, se necessario. Con idee chiare circa le forze su cui puntare per sostituire il «partito tedesco» con quello inglese. Ma in modo graduale, passo dopo passo, per non provocare pericolosi scossoni prima di raggiungere la meta finale. L’esperienza traumatica di Pietrogrado gli ha insegnato molto. Ed è stata troppo cocente per consentire che spunti una seconda «Russia bolscevica» nel cuore del Mediterraneo, proprio ora che il conflitto si sta concludendo con la vittoria dell’Intesa sugli imperi centrali.

Samuel Hoare ha già creato il Fascio italiano per la difesa nazionale, il nucleo politico e paramilitare intorno a cui far nascere una nuova classe dirigente e nuovi apparati filobritannici. Ma prima di passare alla fase finale del suo ambizioso «Progetto», c’è ancora qualche ostacolo da rimuovere. Il governo Orlando è ritenuto del tutto inaffidabile. E il rischio che si creino le condizioni per un ritorno di Giolitti al potere non è ancora svanito del tutto, nonostante lo statista piemontese sia stato azzoppato dalla perdita dell’ex premier Caillaux, il suo complice e alleato francese. L’influenza germanica è molto forte soprattutto tra la borghesia del Nord. Perciò, quando si è ormai a pochi giorni dall’armistizio e si sta già preparando la Conferenza di pace, il tenente colonnello del Dmi decide di compiere un «ampio tour nel Settentrione». Per «discutere personalmente lo stato degli affari» italiani con «alcuni esponenti di spicco del Fascio», a cominciare naturalmente da Resnati, Pirolini, Preziosi, Pantaleoni e Benito Mussolini, il propagandista sempre più in auge. Dopo aver a lungo parlato con loro, incontra «gli industriali milanesi più importanti» per sondarne gli umori e l’eventuale disponibilità ad appoggiare i suoi piani. L’esito è soddisfacente, stando al rapporto inviato a Londra. Gli imprenditori ambrosiani nutrono infatti un «intenso disprezzo» nei confronti del siciliano Orlando. Non è casuale, commenta, che il «lassismo» governativo si noti particolarmente in Sicilia, dal momento che il presidente del Consiglio, che è palermitano, «ha paura di toccare l’isola». E così la capitale siciliana è piena di «imboscati» mentre le campagne pullulano di «disertori». Che si sono organizzati in «temibili bande» armate che «assaltano» contadini e pastori e «saccheggiano» masserie e villaggi nelle montagne dell’isola. È una storia che va avanti ormai da tre anni. «La diserzione in Sicilia è uno scandalo che grida vendetta» è l’amara conclusione del tenente colonnello Hoare.1

In Italia, aggiunge in un altro memorandum, «non è mai esistito e non esisterà mai un partito della guerra forte e organizzato», a meno che non si intervenga con la necessaria decisione. E persino il Fascio sta cominciando a mostrare «segni di sfaldamento». Perché non gli viene ancora consentito di sparare, sebbene sia già stato armato. Di qui la preoccupazione, ma anche l’urgenza, di fare di più. Orlando «è un uomo notoriamente debole», oltre a essere «tuttora nelle mani del sinistro triumvirato» composto da



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