Noi. Alieni. by Gungui Francesco

Noi. Alieni. by Gungui Francesco

autore:Gungui Francesco [gungui, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Castoro Editrice
pubblicato: 2023-10-02T00:00:00+00:00


_IL _FUTURO

C’erano tutti: Ricky, Matteo, Giulia, Alice e Ulisse.

Si erano arrampicati sulla cima di una quercia secolare che sbucava sopra il tetto verde delle chiome degli altri alberi. Lì avevano costruito una piattaforma quadrata con legni intrecciati e fissati con uno spesso spago.

La cascina degli hippy distava poche centinaia di metri da quel punto. Per salire in cima all’albero avevano usato delle corde e delle imbracature da arrampicata.

«Qui è pericoloso?», domandò Ulisse. «Voglio dire… dove siamo adesso.»

«Dipende», rispose Ricky, ed estrasse da sotto la giacca una pistola.

«Hai una pistola?», chiese Ulisse incredulo.

«Ce l’abbiamo tutti», disse Giulia, e ognuno mostrò la propria. «È per difendersi dagli altri. Da quelli che ti vogliono rubare il cibo, o i vestiti. C’è gente che se la passa veramente male.»

Ulisse puntò il binocolo verso il paese. Sopra i tetti c’era una nebbia grigia nella quale confluivano i fumi che uscivano dai camini delle case. Qua e là si intravedevano anche mezzi dell’esercito abbandonati, carri armati, jeep. Le vie del centro erano deserte. E soprattutto regnava un silenzio assoluto, non si sentivano nemmeno i cinguettii degli uccelli.

«Questo silenzio…», iniziò, cercando le parole per porre la sua domanda.

Matteo lo aiutò. «Perché c’è questo silenzio assurdo?»

Ulisse annuì.

«Perché non ci sono più animali.»

«E come mai?»

«Li abbiamo mangiati tutti, quelli che non sono impazziti. Molti animali impazziscono. Anche gli umani. Per quello li mettono nelle prigioni. A volte li liberano, a volte non li vedi più.»

****

I cinque amici continuarono a parlare a lungo.

Le domande a cui rispondere erano tante, troppe.

«Ditemi se ho capito bene», riprese Ulisse a un certo punto. «Voi mi state dicendo che io ho viaggiato nel tempo e che quindi è passato un anno.»

«Più o meno, sì», disse Giulia.

«Nel frattempo sono arrivate queste astronavi che però di giorno non si vedono.»

«Si vedono di notte, a volte», spiegò Matteo.

«Okay, okay, questo ora è chiaro», lo interruppe Ulisse, che stava cercando di mettere ordine nella miriade di informazioni che aveva ricevuto. «E gli alieni rapiscono… i giovani. Perché? Perché non rapiscono anche gli adulti?»

«Loro non ci stanno rapendo», intervenne Alice. «Ci stanno salvando.»

Ulisse guardò Ricky, che scosse la testa. «Lei dice così, ma io non ci credo. Ci salvano? Solo bambini e ragazzi? E poi nessuno sa più dove finiscono.»

Giulia si avvicinò a Ulisse e gli poggiò una mano al centro del petto. «Però è strano. Anche tu dovresti sapere queste cose. Anche tu hai l’anima aliena dentro di te, no? Come Alice.»

«Io non so niente. Cosa dovrei sapere?»

Matteo fece un passo avanti. «Alice ogni tanto chiude gli occhi, diventa tutta strana e comincia a parlare come se non fosse lei.»

Ulisse tornò a guardare Alice, che annuì piano.

«Non la senti dentro di te?», gli domandò. «È come cercare un ricordo. Anzi, non lo cerchi nemmeno. Quello arriva, solo che non è tuo.»

Ulisse socchiuse gli occhi e corrugò la fronte e per un attimo gli amici pensarono che stesse per succedere pure a lui. Poi scosse la testa. «Io ricordo solo che due ore fa eravamo insieme al colle, poi



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