Norwegian wood by Lars Mytting

Norwegian wood by Lars Mytting

autore:Lars Mytting
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2016-08-23T16:00:00+00:00


Il ceppo

Il ceppo è l’altare dello spaccalegna. Più è scheggiato, più fieramente si erge nel cortile. È un oggetto apparentemente banale, e invece è nientemeno che il consorte dell’accetta, quindi bisogna sceglierlo con cura: se non è perfettamente stabile, o se non ha esattamente le dimensioni giuste, nessuna accetta potrà dare il meglio di sé.

In primo luogo, il ceppo deve essere largo, in modo da non traballare. In caso contrario, il contatto instabile con il terreno ruberà energia all’impatto dell’accetta. A questo stesso scopo, sarà opportuno posizionarlo su un terreno molto duro, o – meglio ancora – roccioso.

Un altro elemento importantissimo è l’altezza. In Norvegia si ha la tendenza a utilizzare ceppi alti per ridurre le sollecitazioni alla schiena, e ogni volta che si capita sull’argomento emerge chiaramente che le dimensioni del ceppo sono una questione privata. Ma non è detto che questa tradizione sia la scelta migliore: se il ceppo è troppo alto, l’accetta non avrà il tempo di raggiungere una buona velocità prima di colpire il ciocco. Un colpo “a ore due” sarà notevolmente più debole di un colpo “a ore quattro”, dato che – come ormai ben sappiamo – raddoppiando la velocità si quadruplica la forza d’impatto. L’accetta ha la maggior forza di penetrazione quando il filo della lama colpisce ad angolo più o meno retto, dunque l’altezza del ceppo dev’essere calibrata alla lunghezza del ciocco, alla lunghezza del manico dell’accetta e alla statura dello spaccalegna. Sarei tentato di costruire una formula matematica, ma basterà il consiglio generico dei fabbricanti di accette: se il ciocco è lungo 30-40 cm, il ceppo non deve superare l’altezza del nostro ginocchio, anzi, varrebbe la pena di provarne uno ancora più basso.

Il tipo di legno conta già di meno, ma è comunque meglio un ceppo duro e nodoso, che tenderà a scheggiarsi di meno. A detta di molti, il più adatto è l’olmo. La cosa più importante è che le due facce – superiore e inferiore – siano piatte e perfettamente parallele l’una all’altra. Si può ricavare un buon ceppo da un albero robusto tagliato con un’abbattitrice, soprattutto se si riesce a convincere il manovratore a lasciarci prendere una porzione di tronco vicina alla radice. E che fare di quegli alberi che sono stati segati in condizioni difficili, con tagli storti? Ebbene, lo spaccalegna accorto sovrapporrà al ceppo un secondo blocco di legno, segato con un’inclinazione tale da contrastare quella dei ciocchi sbilenchi, che così resteranno in equilibrio. Un trucchetto che ci farà sentire dei furbacchioni per anni.

C’è chi pianta chiodi nel ceppo, taglia le teste e le appuntisce, ottenendone spine a cui fissare il ciocco da spaccare, per farlo stare dritto. Gli appassionati, poi, trattano il lato inferiore del ceppo con un mordente o con il catrame, per evitare che infradici dal basso, diventando più morbido e rubando energia all’accetta. Ma il trucchetto più scaltro – nonché semplice e gratuito – è quello di posare sul ceppo un copertone consunto, che tratterrà i pezzi di legno, così non occorrerà raccattarli qua e là a ogni colpo d’accetta.



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