Nova SF* (Libra) n. 37 - L'ultima stella by AA.VV

Nova SF* (Libra) n. 37 - L'ultima stella by AA.VV

autore:AA.VV.
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Antologia, Fantascienza, racconti, narrativa breve, rivista
editore: Libra Editrice
pubblicato: 1978-05-14T16:00:00+00:00


IV.

Mix si addormentò quasi immediatamente, e si svegliò quando i raggi del sole caddero sul suo viso, attraverso la finestra aperta.

Si alzò, indossò il gonnellino, e si sciacquò con l’acqua contenuta in una bacinella di terracotta sul tavolino. Non dovette preoccuparsi per radersi, perché tutti gli uomini erano stati resuscitati perennemente imberbi.

Prese un rotolo di carta… le «copie» fornivano anche quella… e trovò la destinazione prescelta seguendo le indicazioni del proprio naso. Era una capanna di bambù più lunga delle altre, costruita sul bordo di una profonda fossa.

Scoprì che, se anche l’abitudine di fare il bagno non era molto diffusa, altre misure igieniche erano più popolari. I rifiuti venivano raccolti a intervalli regolari, per essere gettati in un profondo canyon (al quale era stato subito dato un nome molto appropriato) che si apriva tra le montagne. Mix chiese se nella regione c’era dello zolfo. Gli risposero che non ce n’era. Questo spiegava per quale motivo quella gente non estraeva cristalli di nitrato dalla lavorazione degli escrementi, per poi mescolarli con carbone e zolfo e ottenere polvere da sparo. In altre parti della valle, bombe e razzi in contenitore di bambù erano di uso comune.

Ritornando verso la sua capanna, aveva intenzione d’invitare Yeshua e la sua donna ad andare con lui alla più vicina roccia di rifornimento. A pochi passi dalla porta della loro capanna, però, si fermò. I due stavano discutendo con grande animazione, nel loro inglese dall’accento pesante. In seguito, ebbe occasione di chiedersi per quale motivo essi non avessero usato l’ebraico o l’aramaico, lingue che sarebbero state incomprensibili a chiunque li avesse potuti ascoltare casualmente. Una prudente indagine gli rivelò che Bithnia non conosceva l’aramaico, e, per di più, il suo ebraico era troppo arcaico e contaminato da moltissime parole egizie ed espressioni idiomatiche ormai cadute in disuso. A sua volta, Yeshua conosceva l’ebraico solo come lingua liturgica e letteraria, e quindi lo parlava con molte incertezze. L’unica lingua comune a entrambi era l’inglese del XVII secolo; e i loro discorsi in quella lingua sembravano a Tom Mix terribilmente confusi.

«Non verrò a vivere con te sulle montagne!» gridò Bithnia. «Non mi va di stare sola, seduta in cima a una roccia, con l’unica compagnia di una tomba che cammina senza parlare. Io amo la gente, e mi piace parlare. No, non verrò!»

«Non ti impedirò di scendere nella pianura a parlare con la gente,» le rispose Yeshua. «Né ho l’intenzione di vivere completamente come un eremita. Certamente dovrò lavorare, magari come falegname, ma non…»

A questo punto, Mix non riuscì a capire le poche frasi seguenti. Non ebbe difficoltà a capire, tuttavia, la maggior parte della reazione di Bithnia.

«Non so, non so proprio perché continuo a restare con te! Ma so perché tu mi vuoi avere vicina… solo perché conoscevo Mosheh e Aaron e ho preso parte alla marcia fuori dell’Egitto! Il tuo solo interesse nei miei riguardi è di tirarmi fuori tutto quello che so sul tuo grande eroe, Mosheh! Be’, lascia che te lo dica, Yeshua, il tuo grande eroe era una frana.



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