Novelle fatte a Macchina 1973 by Gianni Rodari

Novelle fatte a Macchina 1973 by Gianni Rodari

autore:Gianni Rodari [Rodari, Gianni]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:58:22+00:00


La studentessa De Paolottis abbassa modestamente gli occhi sotto gli occhiali e si tocca una treccia in segno di graziosa confusione. Ragazzi e ragazze si congratulano con lei, mandandole mazzi di fiori e scatole di cioccolatini con il portachiavi incorporato. Sul portachiavi spicca il segno zodiacale della fanciulla, che per l’appunto è la Vergine. Delicato pensiero.

Quando però il professor Ferrini fa ritorno alla sua cattedra, lo si vede a un tratto sbarrare gli occhi per l’orrore e impallidire per il ribrezzo, come se avesse toccato una scolopendra. Con gesto nervoso egli accartoccia un foglietto e se lo ficca in tasca.

Poi, accusando un attacco di polinevrite, abbandona l’aula e l’istituto, corre a prendere un taxi e si fa portare da Mister Kappa, il più celebre e meglio pagato investigatore privato del Lazio.

Mister Kappa non gli da nemmeno il tempo di parlare: — Aspetti, — egli raccomanda perentoriamente. — Si sieda lì. Cappello marrone, cravatta nera…

Professore di ginnasio, vero? No, no, non risponda. Gli interrogativi riguardano me solo. Insegnante di lettere, direi, a giudicare dalle sue scarpe a punta rotonda.

Qualcosa che riguarda I Promessi Sposi, vero?

— Come l’ha indovinato?

— Non l’ho indovinato. L’ho dedotto dal suo nervosismo. Mi dica tutto.

— Una lettera anonima accusa la studentessa De Paolottis, la migliore della classe, di copiare i riassunti dell’immortale romanzo da un quaderno segreto. Io non ci credo, però…

— Naturalmente. La verità prima di tutto. Si impone un’indagine. Cinquecentomila di anticipo e centomila al giorno per le piccole spese, le vanno bene?

Il professor Ferrini vacilla. Col suo stipendio… con quel che costa il prosciutto…

Dovrà vendere anche il cappello per pagare il conto. Ma non importa: la verità prima di tutto, a qualunque costo.

— D’accordo. Aggiunga pure il caffè a mio carico.

— Grazie. Torni tra settantadue ore a quest’ora: mettiamo in pari gli orologi.

Uscito il professor Ferrini, che per l’emozione cade dalle scale e si rompe l’ombrello, Mister Kappa si mette immediatamente al lavoro.

Egli si camuffa da venditore di enciclopedie per ragazzi a rate, si reca in casa della studentessa De Paolottis, che per l’appunto ha un fratello di nove anni e sei mesi, e mentre illustra alla famiglia riunita i pregi della Piccola Biblioteca per le Ricerche in trecentoquattro volumi e novantotto dizionari, piazza, abilmente una telecamera da spionaggio in un vaso di fiori, un registratore sotto il telefono e un cervello elettronico a batteria dietro il ritratto del nonno in divisa da tenente dei bersaglieri.

Indi concede alla famiglia otto giorni di tempo per decidere circa l’acquisto dell’enciclopedia e si nasconde in cantina nella caldaia del termosifone (egli è resistentissimo alle alte temperature). Grazie agli strumenti citati e agli accorgimenti descritti, nel giro di poche ore egli apprende:

primo, che in effetti la studentessa De Paolottis copia di volta in volta i riassunti da un quaderno segreto, che custodisce gelosamente nel cassetto dei collants; secondo, che detto quaderno le è stato regalato per il suo compleanno da una cugina che vive a Bergamo Alta nella stagione bassa e a Bergamo Bassa nella stagione alta;

terzo, che



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