Oltre il cielo by Giovanni Caprara

autore:Giovanni Caprara [Caprara, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Hoepli
pubblicato: 2019-05-20T22:00:00+00:00

31.

William T. Williams:

«Sotto la montagna controlliamo lo spazio»

COLORADO SPRINGS, 24 MARZO 1987

L’uomo che controlla la Terra e lo spazio ha la camicia azzurra e vive in una stanza semibuia rischiarata soltanto dagli schermi dei computer. Sta verificando le orbite di due navi spaziali sovietiche: la stazione Mir che sorvola l’Africa e il laboratorio Salyut-7 che, in pochi secondi, attraversa il cielo del Giappone. Ma dal cosmo non arriva alcuna minaccia: «Oggi la situazione è tranquilla», dice il generale William Twyman Williams. Nel bunker del comando della difesa aerospaziale sono le 16:29 del pomeriggio; a Washington, nella capitale, è quasi ora di cena; a Mosca è notte fonda. Ma il tempo qui non ha distinzioni: i radar e i satelliti che sorvegliano il pianeta inviano senza interruzione le loro informazioni e uomini e computer decifrano segni e numeri così da permettere al generale Williams e ai suoi quattro collaboratori di turno di capire se qualcuno minaccia l’America.

Il generale è in servizio da un paio d’ore e per altre sei ha il mondo nelle sue mani. Poi subentrerà un altro dei cinque generali-sorveglianti: tre sono dell’aeronautica, uno dell’esercito e un altro è canadese perché il comando è per tutto il Nord America ed è nato in collaborazione con il Canada. Per entrare nel cuore della difesa nordamericana bisogna arrampicarsi fino a 2000 metri sul monte Cheyenne che sovrasta Colorado Springs, gradevole capitale degli sport invernali.

Ci arriviamo con una macchina dell’US Air Force con cui è possibile varcare sbarramenti, fili spinati e inoltrarsi nel tunnel di accesso al quartier generale più nascosto e protetto. Ma fino a un certo punto. «Quando venne costruito agli inizi degli anni Sessanta – ci spiega il colonnello Laddie Bowman dandoci il benvenuto – si scelse questa montagna di granito perché rappresentava uno scudo sicuro contro gli attacchi dei bombardieri. Ma ora la potenza distruttiva dei missili intercontinentali ha messo in discussione la sua invulnerabilità.»

Occorsero cinque anni per realizzare il gigantesco bunker scavato tutto nella roccia e costato 143 milioni di dollari. Al suo interno ci sono quindici edifici d’acciaio alti tre piani, sospesi su molle poderose e su sistemi ammortizzatori capaci di neutralizzare le vibrazioni provocate da un bombardamento. È, in pratica, una cittadella militare (la “città d’acciaio” la chiamano) dove ottocento persone possono rimanere chiuse dietro le due porte d’accesso pesanti 25 tonnellate ciascuna e sopravvivere per un mese nel caso di un attacco nucleare. Dentro c’è tutto: l’ospedale, riserve di ogni genere, la cucina ristorante che sforna settecento pasti giornalieri, centrali elettriche, palestre. Ma, quello che più conta, il centro può essere in grado di svolgere comunque il lavoro di controllo e di gestione delle attività belliche. I suoi 87 computer dialogano con il mondo attraverso due cavi coassiali e due bianche antenne paraboliche per satelliti, le uniche che all’esterno appaiono come i simboli del lavoro svolto sotto la montagna di roccia.

È così che i “guardiani dell’alta frontiera”, come si autodefiniscono gli uomini del Norad, riescono a sapere di ogni aeroplano che si muove nell’aria,

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