Parisina by Gabriele d’Annunzio

Parisina by Gabriele d’Annunzio

autore:Gabriele d’Annunzio [d’Annunzio, Gabriele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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ATTO PRIMO

2 La scena unica è ambientata nella villa di Belfiore che i marchesi d’Este abitano nei pressi di Ferrara, verso la foce del Po. Ma la villa viene subito rapportata al palazzo di Schifanoia e agli affreschi che devono suggerire atteggiamenti e fogge d’abito dei gruppi presenti in scena, benché si precisi che un certo numero d’anni («più tardi») separano il «reggimento» di Nicolò III da quello del figlio Borso, committente del palazzo, succeduto al padre solo dopo la morte del fratello Leonello (cfr. Adolfo Venturi, L’arte a Ferrara nel periodo di Borso, 1889). «Le fanti e i garzoni» sono «ai telai, alle opere dell’ago» secondo una precisa testimonianza di pugno di Parisina. In data 4 luglio 1424 la marchesa esortava i «fattori generali» a compensare con larghezza i filatori «aciò che nuy habiamo per lo avenire chi fili volentera, per lo bon pagamento, zoè presto» (Angelo Solerti, Ugo e Parisina, cit., I, p. 612).

Nel primo atto sono presenti quasi tutti i personaggi. Nicolò d’Este (1384-1441), uomo d’armi, fondatore della dinastia, è rappresentato non diversamente da Gianciotto Malatesta in Francesca da Rimini. Non si accenna qui alla sua fama di donnaiolo («femminil uomo»), che fu leggendaria, come ricorda Bandello: «tanta turba di figliuoli bastardi gli nacque, che avrebbe fatto di loro un essercito. E per questo su il Ferrarese ancora si costuma di dire: – Dietro al fiume del Po trecento figliuoli del marchese Nicolò hanno tirata l’altana de le navi» (I XLIV). Rimasto nel 1416 vedovo di Gigliola da Carrara, che non gli aveva dato figli, nel 1418 sposerà Parisina (1404-1425), di Andrea de’ Malatesti, signore di Cesena, e della forlivese Lucrezia degli Ordelaffi, dalla quale avrà due gemelle nel 1419 e nel 1421 un maschio, morto poco dopo la nascita. Nella corte di Ferrara vivono anche i figli, di cui Ugo (1405-1425) è il maggiore e il prediletto, che il marchese ha avuto dalla senese Estella dei Tolomei (morirà nel 1419), detta «dell’Assassino» perché i suoi famigliari avevano ucciso a Siena alcuni Salimbeni, o «dell’Assisino» perché avevano a lungo soggiornato ad Assisi. In scena è anche la Verde, una delle dodici donzelle che fanno parte del seguito di Parisina, i cui nomi figurano nelle ordinazioni e nei mandati di pagamento per «Maestro Anechino sarto». Della «Verde fiola che fo di messer Nicolò di Opizzi» è menzione appunto in un mandato del 20 gennaio 1423. Cfr. Solerti, Ugo e Parisina, cit., I, pp. 603-5, il quale avverte poi che il verde «pare fosse il colore di Parisina». Aldobrandino Rangone, che ha subito rilievo fra i compagni di Ugo, ne seguirà la sorte.

Con un canto per voce sola e coro, suddiviso in quattro «compagnie», il primo atto si apre come una caccia in rima, specie madrigalesca caratterizzata dalle fitte iterazioni e onomatopee. Qui e più avanti nel CORO DEI COMPAGNI vengono contaminate due delle Cacce edite da Carducci, di cui l’una, Al fuoco! (p. 47), è pantomima di un incendio con fuggi fuggi; l’altra, La battaglia (p. 57), riguarda un combattimento.



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