Pensare la sinistra by Pietro Reichlin & Aldo Rustichini;

Pensare la sinistra by Pietro Reichlin & Aldo Rustichini;

autore:Pietro Reichlin & Aldo Rustichini; [Reichlin, Pietro & Rustichini;, Aldo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
ISBN: 9788858106020
editore: edigita
pubblicato: 2012-11-14T23:00:00+00:00


Luigi Ferrajoli: Leggi del mercato e norme costituzionali

Farò tre ordini di considerazioni, inevitabilmente sommarie.

La prima riguarda il tacito presupposto da cui muove il testo di Pietro Reichlin e Aldo Rustichini. Si dà in esso per scontata l’esistenza di una legge alla base dei nostri sistemi politici e sociali: la legge del mercato, assunta da un lato come una sorta di legge naturale e, dall’altro, come una ferrea legge normativa; in breve, come la vera Grundnorm dei nostri ordinamenti. C’è un passo significativo di questo testo a p. 82. Dopo aver detto che la salute e l’istruzione sono beni fondamentali, Reichlin e Rustichini scrivono: “La percezione comune, specialmente a sinistra, è che essi siano dei diritti fondamentali a cui tutti devono avere accesso indipendentemente dal proprio stato economico”. Ed aggiungono: “sarebbe errato pensare che, per l’importanza della salute e dell’istruzione, questi ‘beni’ debbano essere forniti gratuitamente (o a basso costo) dallo Stato”.

Ora, si dà il caso che questi beni non sono “diritti fondamentali” perché percepiti come tali a sinistra, ma perché sono stipulati in quei patti di convivenza che sono le costituzioni rigide, a cominciare dalla Costituzione italiana; che tali costituzioni, e non già la legge del mercato, sono le norme fondamentali delle nostre democrazie, sopraordinate a qualunque altra fonte e rigidamente vincolanti nei confronti delle funzioni legislative e di governo; che conseguentemente quei diritti alla salute e all’istruzione, essendo attribuiti universalmente e ugualmente a tutti, devono essere forniti gratuitamente (e non a basso costo) dallo Stato; che perciò, ben più che “erroneo”, è illegittimo che non lo siano. Ovviamente la “gratuità” per l’utente non equivale, dicono Reichlin e Rustichini, alla “gratuità” per la comunità (p. 83). Ma proprio a questo serve il prelievo fiscale. “Lo strumento della scuola gratuita per tutti”, essi affermano a p. 85, “non è quello più efficace”. Ma è precisamente questa gratuità che è stabilita dall’art. 34, secondo comma della Costituzione. Ho insomma l’impressione che i nostri due economisti ignorino totalmente quella grande conquista del ’900 che è stata la formulazione in costituzioni rigide dei diritti sociali la cui garanzia, insieme a quella dei diritti di libertà, è stata imposta alla politica quale ragion d’essere dell’intero artificio istituzionale.

La seconda considerazione è connessa e conseguente alla prima. Reichlin e Rustichini propongono “l’egualitarismo liberale” come “il migliore punto di riferimento ideale della sinistra” (p. 21). Ma identificano il “mercato” come il luogo che “realizza un principio fondamentale dell’egualitarismo liberale, la libertà di contrattazione, di impresa e di scelta” (p. 29).

Vorrei ricordare la distinzione operata da Benedetto Croce nel 1924 tra liberalismo politico e liberismo economico e la subordinazione da lui sostenuta del secondo al primo. Ma al di là delle questioni di filosofia politica, vorrei segnalare che quella libertà di contrattazione non può essere, in uno Stato di diritto, non sottoposta a regole, a limiti e a controlli. Essa non è infatti equiparabile ai classici diritti di libertà negativa, come l’habeas corpus o le libertà di stampa o di riunione e associazione. Ovviamente è anch’essa un diritto fondamentale costituzionalmente garantito.



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