Per questo mi chiamo Giovanni (edizione illustrata) by Luigi Garlando

Per questo mi chiamo Giovanni (edizione illustrata) by Luigi Garlando

autore:Luigi Garlando [Garlando, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-07-24T12:00:00+00:00


Roma e la supermacchina da guerra

«La storia finisce così?» Papà si era messo a sedere sulla panchina vicino a me: «Purtroppo no.»

«Il mostro si vendica?»

«Il mostro è ridotto male e non solo perché è finito in gabbia. Giovanni, con le sue inchieste nelle banche, ha sequestrato tanti soldi guadagnati in modo illecito dalla mafia e ha interrotto tante attività sporche. La mafia è un mostro che vive nutrendosi di soldi e di sangue. Giovanni l’ha messa in ginocchio. Ora il mostro è meno libero e più povero. Non si è mai trovato così in difficoltà. Ma la mafia vive da secoli, ha la saggezza dei vecchi, sa come va il mondo, sa che bisogna aspettare che passino i momenti difficili e poi rimettersi in piedi. C’è un proverbio siciliano che dice: Calati juncu ca passa la china, “Piegati giunco che passa la piena”. In attesa che passi la piena, cioè il momento difficile, il mostro prepara la sua vendetta, che non è fatta solo di bombe, ma anche di calunnie, accuse anonime, sospetti. Le parole possono ferire più dei proiettili, e se ne possono sparare anche più di seicento al minuto. La lingua non va ricaricata, è anche meglio di un kalashnikov.»

«Quali parole, papà? Non capisco.»

«Dopo il grande processo si comincia a dire che Giovanni si esalta troppo, che si dà arie da fenomeno, che gioca a fare il grande sceriffo, che ha messo in scena quel processone solo per protagonismo, che pensa solo alla carriera, che va al Maurizio Costanzo Show come un divo del cinema…»

«Ma se Giovanni al cinema non ci può neanche entrare! E chi le dice queste bugie? Qualcuno con C.N. sul berretto, ma nel senso di cretino nazionale…»

«Un po’ tutti. La mafia è ben contenta che questi discorsi circolino, perché vuole isolare Giovanni, cerca di togliergli i consensi e gli appoggi. Non vuole che la gente lo guardi come un eroe da aiutare. E in parte ci riesce. Basta un esempio per farti capire. Un giorno una signora scrive una lettera e la spedisce al Giornale di Sicilia che la pubblica. La signora abita vicino alla casa di Giovanni e si lamenta perché ogni giorno l’elicottero e le macchine della scorta fanno un gran baccano. Chiede: perché questi signori non vanno ad abitare in villette isolate, fuori città? Così se gli tirano una bomba, non muoiono persone “senza ragione” come il portinaio di Rocco. Capisci? “Senza ragione” scrive. Come se invece ci fosse una ragione per uccidere Rocco e Giovanni. Come se loro se lo meritassero, perché hanno dato fastidio alla mafia e hanno fatto rumore con gli elicotteri. Capisci? Giovanni rischia la pelle ogni minuto e vive come un topo anche per quella signora, per difenderla e regalarle una città migliore, e invece lei prende carta e penna e si lamenta perché Giovanni fa troppo baccano. E il giornale, invece di buttare nel cestino quella stupida lettera, la pubblica.»

«Fossi stato in Giovanni, ogni mattina avrei tirato dei petardi nella finestra di quella signora…»

«Capisci? C’era chi vedeva Giovanni come un seccatore.



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