Percy Jackson - Le storie segrete by Rick Riordan

Percy Jackson - Le storie segrete by Rick Riordan

autore:Rick Riordan [Riordan, Rick]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852066009
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Ma il dio lo cancellò dall’aria con la mano libera. Chiuse il pugno e il vapore schizzò via fra le sue dita, come se avesse appena sgretolato una locomotiva.

Sadie deglutì. — Impossibile. Ma come…

— Ti aspettavi un’esplosione? — Serapide rise. — Mi spiace deluderti, ragazzina, ma il mio potere è sia greco che egiziano. Combina entrambi, consuma entrambi, rimpiazza entrambi. Tu hai il favore di Iside, vedo. Ottimo. Un tempo era mia moglie.

— Cosa? — gridò Sadie. — No. No, no, no.

— Oh, sì! Quando deposi sia Osiride che Zeus, Iside fu costretta a servirmi. Ora ti userò come tramite per evocarla e legarla di nuovo a me. Iside sarà di nuovo la mia regina!

Serapide tese lo scettro con forza. Da ciascuna delle tre teste mostruose, esplosero delle volute di luce rossa, circondando Sadie come tralci di spine.

Sadie urlò, e Annabeth finalmente si riprese dallo shock.

Afferrò la prima tavola di compensato a portata di mano – un pezzo squadrato delle dimensioni di uno scudo – e cercò di ricordare le lezioni fondamentali di frisbee del Campo Mezzosangue.

— Ehi, Testa di Grano! — urlò.

Torse il busto, usando la forza di tutto il corpo. E poi lanciò. Il compensato sfrecciò in aria nell’istante in cui Serapide si voltò a guardarla, e il legno lo colpì di taglio in mezzo agli occhi.

— ARGH!

Annabeth si tuffò di lato, mentre il dio agitava lo scettro alla cieca nella sua direzione. Il mostro a tre teste soffiò spruzzi di vapore ultra bollente, lasciando un buco nel cemento nel punto in cui Annabeth si trovava un attimo prima.

Lei continuò a muoversi, facendosi largo fra i mucchi di detriti che ora ingombravano il pavimento. Quando il dio le scagliò contro un’altra tripla colonna di vapore, si riparò sotto una pila di gabinetti rotti, rimediando comunque una serie di bolle sulla nuca.

Poi vide Sadie a una trentina di metri di distanza: era in piedi e si allontanava dal dio, barcollando. Almeno era ancora viva. Ma Annabeth sapeva che aveva bisogno di tempo per riaversi.

— Ehi, Serapide! — gridò da dietro la montagna di gabinetti. — Ti è piaciuto il compensato?

— Figlia di Atena! — mugghiò il dio. — Divorerò la tua forza vitale! Ti userò per distruggere la tua sciagurata madre! Ti credi tanto saggia? Tu non sei niente in confronto a colui che mi ha svegliato, e nemmeno lui comprende il potere che ha liberato. Nessuno di voi si guadagnerà la corona dell’immortalità. Io controllo il passato, il presente e il futuro. Io e io soltanto governerò gli dei!

“Grazie per il lungo discorso” pensò Annabeth.

Quando Serapide distrusse con un colpo il suo rifugio, riducendo i gabinetti in un cumulo di frammenti, lei era già arrivata a metà della stanza.

Stava cercando Sadie, quando la maga spuntò fuori dal suo nascondiglio, a pochi metri da lì, e gridò: — Suh-FAH!

Annabeth si voltò e un nuovo geroglifico, alto sei metri, divampò sul muro alle spalle di Serapide:



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