Piccolo manuale della famiglia by Carlo Maria Martini

Piccolo manuale della famiglia by Carlo Maria Martini

autore:Carlo Maria Martini [Martini, Carlo Maria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2015-10-13T22:00:00+00:00


ESTREMA LONTANANZA E SUPREMA PROSSIMITÀ

Gentile signora Elisa,

con questa mia lettera vorrei non soltanto comunicare con Lei, ma quasi entrare nella Sua casa per vivere un momento di conforto e di preghiera con tutti i suoi familiari. Vi entro in punta di piedi e con un po’ di disagio. So che suo marito giace ammalato da tanto tempo ed è giunto al punto in cui la malattia lo rende del tutto inerte, quasi dotato soltanto di ostinata sopravvivenza biologica.

Dalla lettera che Lei mi scrive, riesco a ricostruire tutta la cura affettuosa, i gesti di pazienza, gli atti di coraggio con cui Lei e i suoi figli circondano questo malato. Ma, a un certo punto della lettera, vedo emergere anche delle domande angosciose: «Perché questa interminabile malattia? Ha senso ancora vivere così, non si può abbreviare in qualche modo una vita che sembra aver perso ogni qualità umana?». Sono domande formidabili.

I problemi che queste domande sollevano sono molti e chiamano in causa tanti interventi complementari. Bisognerebbe, per esempio, rendere più fecondo il dialogo tra la morale e la scienza.

Bisognerebbe arricchire le strutture pubbliche di istituzioni ospedaliere che permettessero la cura di questi malati incurabili, senza scaricarne tutto il peso sulle famiglie. Bisognerebbe anche ricreare rapporti più corroboranti e più fraterni fra diverse famiglie (senza inutili rimpianti per l’antica famiglia patriarcale) in modo che il peso della cura di un malato di questo genere, distribuito su più famiglie fraternamente amiche, diventi meno intollerabile.

Non posso soffermarmi su questi argomenti così gravi. Mi limito a una piccola parola su una frase che, quasi di sfuggita, Lei ha scritto nella sua lettera.

Lei dice che la sofferenza più grave che sta provando in questo momento è quella di non poter comunicare più con suo marito. Diverse persone mi hanno scritto la stessa cosa per il loro figlio handicappato grave. Io vorrei invitarla per questo, con molta frater-nità, a riflettere sulle vere dimensioni della comunicazione umana. Provi a ricordare i tempi in cui la comunicazione col marito le pareva ricca e gratificante. Pensi anche a quella semplicissima parola con cui noi chiediamo a un familiare un bicchiere di acqua o un qualche altro aiuto. Normalmente sentiamo il bisogno di aggiungere «per favore»; in tal modo, noi imprimiamo alla comunicazione tra le persone un dinamismo che va oltre il semplice scambio di cose che ci sono utili. Anche un bicchiere d’acqua chiesto a una persona non è più una cosa per la quale la persona interpellata è uno strumento che ci serve, ma diventa un dono che attendiamo con speranza e con fiducia dal favore e dalla gratuità dell’altro.

Pensi poi alle comunicazioni più profonde, più serie, più decisive che Lei ha avuto con suo marito attraverso il misterioso dialogo dell’amore, allo scambio di idee sui progetti futuri della famiglia, alle confidenze sulle cose buone o sulle preoccupazioni procurate dai comportamenti dei figli. Chissà quante volte, durante questi dialoghi, questi scambi e queste comunicazioni avete capito che soltanto il silenzio permetteva di comunicare veramente e, siccome siete credenti, avete capito



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