Politica in Italia by Alessandro Chiaramonte & Alex Wilson

autore:Alessandro, Chiaramonte & Alex, Wilson [Alessandro, Chiaramonte & Alex, Wilson]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Pubblicazioni dell'Istituto Carlo Cattaneo
ISBN: 9788815332967
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2017-09-14T22:00:00+00:00

3. Contenuti specifici della riforma

Il progetto faceva dunque salva integralmente la parte prima (artt. 13-54), oltre che naturalmente, i principi fondamentali (artt. 1-12) della Costituzione, incidendo sulla parte seconda della Costituzione[7]. Ecco i capisaldi della riforma costituzionale, che sarebbe stata applicata dalla XVIII legislatura.

Il Senato della Repubblica veniva trasformato in Camera di rappresentanza delle istituzioni territoriali (regioni e comuni, stante la soppressione di ogni riferimento alle province), composta di 74 consiglieri regionali e 21 sindaci eletti dai consigli regionali (art. 57 Cost. 2016). I senatori consiglieri sarebbero stati eletti nel rispetto delle indicazioni degli elettori via via che ciascun consiglio regionale fosse stato rinnovato. Perciò diventava organo permanente, non rinnovato integralmente legislatura per legislatura: esso si sarebbe rinnovato pro quota, col succedersi delle elezioni regionali (ormai tutte sfalsate, mentre fino ad alcuni anni fa si tenevano, almeno per le regioni ordinarie, a data fissa). Sarebbe stato un organo snello composto da persone che avrebbero mantenuto anche gli incarichi cui erano stati eletti dai cittadini e in virtù dei quali avrebbero goduto dell’elettorato passivo. Avrebbero altresì conservato, senza integrazioni, la loro indennità, pur godendo presumibilmente di rimborsi. L’idea era quella di una compresenza nelle istituzioni locali-regionali e nella seconda Camera tale da rendere possibile un’efficace trasmissione delle istanze e degli interessi territoriali dalla periferia al centro (e viceversa). Il Senato sarebbe stato altresì composto dei senatori ex-presidenti e di fino a cinque senatori di nomina presidenziale, non più a vita ma per sette anni. Importanti alcune precisazioni legate alle disposizioni transitorie:

a) per la prima volta, nel 2018 (salve elezioni anticipate), il Senato non sarebbe stato eletto subito dopo elezioni regionali (altrimenti sarebbe stato necessario sciogliere anticipatamente ben tredici consigli su ventuno)[8];

b) i senatori a vita attuali sarebbero rimasti; il presidente della Repubblica ne avrebbe potuto nominarne fino a cinque ma sempre e comunque entro il tetto complessivo di cinque, considerando quelli attuali.

Il nuovo Senato, coerentemente con la sua natura di organo di secondo grado, sarebbe stato escluso dal circuito fiduciario (la sola Camera avrebbe conferito ed eventualmente revocato la fiducia al governo); anche la sua competenza legislativa non sarebbe più stata la stessa della Camera. Sarebbe stata una competenza di duplice natura: ancora paritaria limitatamente a una serie di specifiche tipologie di leggi che il nuovo art. 70 Cost. 2016 elencava puntualmente (di qui la sua lunghezza che suscitava infinite polemiche); per il resto, avrebbe avuto solo il potere di richiamare le leggi approvate dalla Camera (entro dieci giorni) per proporre (entro ulteriori trenta giorni) modifiche sulle quali sarebbero stati i deputati ad avere in ogni caso l’ultima parola (in genere a maggioranza semplice; nel caso delle leggi volte a superare la competenza legislativa regionale, v. avanti, a maggioranza assoluta). Il nuovo Senato avrebbe avuto alcune ulteriori funzioni: raccordo fra Stato, regioni, comuni; concorso al raccordo fra gli stessi enti e l’Unione europea (Ue); partecipazione alle decisioni in ordine alla formazione e attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Ue; valutazione di politiche pubbliche e attività delle pubbliche amministrazioni; concorso a dare pareri sulle nomine fatte dal governo; verifica dell’attuazione delle leggi statali (v.

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