Profumo di Gelsomino by Marco Lugli

autore:Marco Lugli [Marco Lugli]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

1982, A SULRANO

Lucia Negro se ne stava china sul banco della verdura. Tastava le cicorie, ne apriva i cespi per scovare quello buono. Tutto attorno, il rumoroso mercato del mercoledì. Maddalena la fissava in silenzio. Quel suo starsene muta era una novità. Sua compaesana, commerciante per necessità e impicciona per passione, quando faceva mercato a Sulrano ci scappavano sempre minuti di ciarle.

«Tuttu a postu, Nena?»

«Tuttu a postu. Perché?»

«No, sta me guardi strana.»

«Me meravigliu ca pari nurmale.»

«E come devo essere?»

«Comu, nu sai ancora nenti?»

«De cci cosa? Ce aggiu sapire? Oh Nena, me faci preoccupare!»

«Lu Ntoni è tornatu.»

Lucia si sforzò di non scomporsi. Ma le gambe tremarono.

«Lu Ntoni?Lu Ntoni ci?»

«Lu Ntoni tou, Lucia, lu Ntoni tou.»

Lucia afferrò un mazzo di cicoria a caso. Fece spallucce.

«Embè? Che sarà mai?»

Pagò la Maddalena, provando a sorridere, poi s’incamminò verso casa.

Col cuore più veloce del passo prese la strada larga, quella che girava attorno alla piazza. Il Signore non volesse mai farglielo incontrare adesso, che lei non se lo meritava, quel tormento. Aveva pure provato a dimenticarlo, Antonio. Per i primi due anni non c’era stato verso, ma poi, negli ultimi due, qualche giorno senza pensarci lo aveva passato.

Arrivò davanti alla porta di casa, appoggiò le buste della spesa per terra, cercò le chiavi nella borsa. L’uscio però si aprì in quel momento. Donato sussultò, sorpreso.

«Ah, già qua, stai»

«Sine. Ho preso le cicorie.»

«Bene.»

Allungò il collo, fece per baciarla, ma si ritrasse vedendo che c’erano persone in strada. Uscì allora all’esterno, tenendole la porta aperta perché potesse entrare. Lei fece finta di non aver notato la retromarcia.

«Vai a Lecce?»

Donato annuì. Poi sollevò la mano sinistra, stretta sulla maniglia della custodia del violino.

«Quando torno mi fermo a fare le prove.»

«Torni per cena?»

«E certo! Quando mai? Mi fai anche le purpette te patane?»

Lucia sorrise, fece due passi verso l’interno e lasciò che lui chiudesse la porta alle sue spalle. Gettò le buste della spesa sul tavolo di cucina. Si sedette, puntellando la fronte con gli avambracci.

Non lo vedeva da quattro anni. Non una telefonata, non una lettera dalla primavera in cui avrebbe dovuto sposarlo. Se davvero era tornato a Sulrano, che cosa sarebbe successo al primo incontro per strada? Che atteggiamento avrebbe dovuto tenere? Ancora se lo ricordava, il bacio di Antonio. La sua mano enorme priva di calli, avvezza alla penna più che alla vanga, che l’accarezzava virile eppur morbida sulla guancia. Si scoprì abbandonata ai ricordi, al desiderio di quel bacio. Più che vergognarsi, si spaventò.

«Oh Gesù, aiutami.»

Già se l’immaginava, la Maddalena, interpretare un suo sorriso per qualcosa di sconveniente, darne comunicazione a tutto il paese. Cercando di scacciare quel pensiero si sollevò dritta, scostò la sedia infilandola sotto al tavolo e mise l’acqua sul fuoco.

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