Proiettili lenti (Urania) by Alastair Reynolds

Proiettili lenti (Urania) by Alastair Reynolds

autore:Alastair Reynolds [Reynolds, Alastair]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-06-08T12:00:00+00:00


Prad fissò lo schermo per un lunghissimo istante. «Non sembrano inclini a trovare un accordo. Ho visto che c’è stato un altro morto, e diversi feriti gravi. Di questo passo, basterà una giornata per massacrarci tutti a vicenda.»

«Hai un tablet?»

«Certo.»

«Dobbiamo arrivare alla baia di carico principale, dove ci hai detto per la prima volta della perdita di memoria. Spry e gli altri stanno riuscendo a stento a mantenere l’ordine, lì.»

«Cos’hai in mente, Scur?»

«Sai benissimo cos’ho in mente.»

Fu difficile procedere dentro la nave. Senza l’aiuto di Prad, non credo che ce l’avremmo fatta. Ma lui conosceva la Caprice più di quanto io avrei potuto fare in una vita intera. Mi stupì che ci fossero corridoi e condotti di servizio ancora del tutto vuoti, poiché soltanto i tecnici sapevano come raggiungerli e accedervi.

L’hangar era pieno di gente, e l’atmosfera era tesa. Nessuno stava cercando di uccidere gli altri, tuttavia, il che era già un passo avanti, rispetto a quanto accadeva nel resto della nave. Se c’era ancora una possibilità di cambiare la situazione, quello era l’unico posto dove tentare di farlo.

Yesli mi vide arrivare con Prad. I membri del Triumvirato e i loro negoziatori erano al centro del raggruppamento e cercavano di mantenere un fragile ordine. Dovemmo farci strada tra la gente, ignorando le urla di protesta e le spinte di quelli intorno a noi.

«Lascia perdere, Scur» esordì Yesli. «Forse sei riuscita a convincerli che avresti fatto saltare in aria la nave una volta, ma il trucco non ti riuscirà di nuovo.»

«Lo so, e non mi sognerei mai di riprovarci.» Fissai con decisione la donna. «Te l’avevo detto che quell’ordine ci avrebbe messo nei guai.»

«Non avevamo scelta» intervenne Spry. Dovette alzare la voce per farsi sentire al di sopra delle urla. «Le nostre differenze ci uccideranno. Non potevamo permettere che le Scritture diventassero un motivo di divisione: abbiamo già abbastanza motivi di odiarci e non fidarci gli uni degli altri.»

«Il decreto è stato emesso» soggiunse Sacer. «Se lo ritirassimo adesso, ci mostreremmo deboli.»

«Non vi sto chiedendo di ritirarlo. Lasciatemi parlare con loro.»

Sacer rise alla mia presunzione. «Cosa pensi di poter offrire che noi non abbiamo già proposto?»

«Il mio passato» affermai.

Mi presentai alla folla impazzita; non c’era altro modo per descriverla. Poi mi sfiorai il petto, tenendo il pugno sopra al punto in cui si trovava la mia pallottola lenta.

Accanto a me, Prad teneva sollevato il tablet. Lo voltò in modo che tutti potessero vederne il contenuto.

Accadde qualcosa. Quel gesto bastò ad abbassare un minimo il volume delle urla e delle discussioni. Ora l’attenzione dei presenti era concentrata su di me, invece che sul Triumvirato.

«Voi mi conoscete» cominciai. «Sono Scur. Ero un soldato, come la maggior parte di voi. Ho combattuto al vostro fianco, oppure contro di voi, sempre che questo abbia ancora importanza.» Attesi, permettendo loro di calmarsi ancora di più. Non dubitai neanche per un attimo che la loro attenzione su di me fosse precaria. Dovevo scegliere con cura ogni singola parola. «Anch’io ho letto le Scritture» continuai. «I miei genitori erano molto devoti.



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