Putin by Philip Short

Putin by Philip Short

autore:Philip Short [Short, Philip]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2022-08-15T16:00:24+00:00


I liberali russi accolsero queste parole come il chiarimento definitivo riguardo alla sua posizione sullo stalinismo. Ma lui proseguì insinuando che le vittime erano morte in una «battaglia politica». Il loro ricordo era un monito affinché «le discussioni politiche e le eventuali divergenze» non assumessero mai più una forma tanto distruttiva38.

Questa era un’argomentazione disonesta, e Putin sembrava a disagio mentre la esprimeva: «insolitamente distratto», commentò un giornalista di «Kommersant’»39. La maggior parte delle persone uccise a Butovo non era stata coinvolta in nessuna battaglia politica: tra loro c’erano più di novecento sacerdoti della Chiesa ortodossa, eliminati soltanto per la loro fede, e migliaia di leali cittadini, arrestati dall’NKVD esclusivamente perché anche la polizia aveva delle quote da rispettare.

Altrettanto pretestuosa fu l’argomentazione utilizzata da Putin per difendere gli ufficiali dell’NKVD che si erano occupati delle esecuzioni: disse che i servizi di sicurezza «non avevano istigato le repressioni di massa. Erano uno strumento nelle mani del Partito comunista»40.

Era come discolpare le SS dicendo che erano un semplice strumento dei nazisti. Si trattava di un compromesso subdolo e sgradevole, ma evidentemente Putin lo ritenne il male minore. Nel 2001, stando ad alcuni sondaggi, il sessanta per cento dei russi pensava che l’operato di Stalin fosse stato positivo nel complesso, e solo il venticinque per cento era convinto del contrario41. Nella base elettorale di Putin – forze di sicurezza, burocrati, anziani – la nostalgia per il vožd’, il leader, era ancora più forte. Sei anni dopo, quasi il quaranta per cento della popolazione era ancora convinta che il ruolo di Stalin fosse stato positivo42.

Le posizioni all’interno della società stavano lentamente cambiando, ma restava una questione profondamente divisiva, come dimostrarono le peripezie di Zurab Tsereteli, uno scultore molto importante in epoca sovietica. Nel 2004 realizzò una monumentale statua di bronzo di Stalin, Roosevelt e Churchill, che avrebbe voluto sistemare davanti al palazzo di Livadija a Jalta, dove i tre capi di Stato si erano incontrati nel 1945. Dopo settimane di accesi dibattiti il parlamento della Crimea rifiutò di accoglierla43. E lo stesso fece Volgograd, l’ex Stalingrado44. E così Sachalin, nell’Estremo oriente russo. «Ci hanno chiesto di mettere qui da noi un monumento che in Russia non vuole nessuno», si lamentò il governatore della regione45. «È un personaggio storico verso il quale i russi in questo momento hanno un atteggiamento molto ambivalente». Una statua di Stalin avrebbe solo provocato «inutili problemi, discussioni senza senso e tensioni all’interno della comunità di Sachalin»46.

Putin non era preoccupato tanto per la statua, ma per il posto di Stalin nella storia e, nello specifico, nei libri di storia in uso nelle scuole russe.

«Nei libri di testo russi ci sono cose […] da far rizzare i capelli», si lamentò47. «Dobbiamo tenere a mente le tragedie del passato, ma dovremmo anche ricordare le cose buone che ha fatto il nostro popolo»48. Putin contestò il modo in cui veniva insegnata la storia sin dai primi giorni della sua presidenza. Nell’estate del 2007, poco dopo il discorso di Butovo, decise di intervenire. Sotto l’attenta supervisione



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