Quale educazione per salvare la democrazia? by Philippe Meirieu

Quale educazione per salvare la democrazia? by Philippe Meirieu

autore:Philippe Meirieu [Meirieu, Philippe]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Armando Editore
pubblicato: 2024-03-04T23:00:00+00:00


Korczak annota. La settimana prossima si verificherà se la scommessa è stata vinta. Se sarà necessario, si negozierà nuovamente, settimana dopo settimana, affinché il ragazzo vinca la sua scommessa. In questo caso l’istituzione ha un valore educativo centrale: rispettare la parola data e il suo corollario, il senso dello sforzo. Solo il ragazzo può rispettare questa parola, solo lui può fare questo sforzo, aiutato, certo, da un dispositivo messo a disposizione dall’adulto, un dispositivo che non lo esonera mai dall’impegno personale.

Sulla spinosa questione dei litigi (oggi, diremmo della violenza a scuola), Korczak immagina diversi dispositivi. Ad esempio, pensa a un particolare sistema di punti: ogni settimana ogni ragazzo ha a disposizione dieci punti di litigio che può utilizzare a suo piacere, ben sapendo che non avrà a disposizione punti in più. Gli si toglie un punto per un piccolo litigio, due punti per un litigio moderato, tre punti per un grosso litigio. Nota Korczak: «I più indisciplinati imparano a contare, si frenano, si controllano, a poco a poco si sforzano gradualmente di tenere punti a disposizione; imparano a riflettere prima di picchiarsi». Bella vittoria pedagogica! Ciononostante, il sistema sarà poi abbandonato: i ragazzi che non si battevano rivendevano i loro punti ai compagni!

Allora Korczak immagina altre istituzioni e, tra di esse, dedica un’attenzione particolare alla “scatola delle lettere”. All’inizio, si tratta semplicemente di trovare una soluzione al problema molto concreto dei ragazzi che tiranneggiano l’adulto: gli orfani sono preoccupati, devono essere rassicurati, ognuno di loro vorrebbe Korczak vicino a lui per rispondere subito alle sue domande, ognuno lo vorrebbe solo per lui. Allora Korczak decide di non rispondere più subito a quelli che lo interrogano, lo tirano per la manica e cercano di accaparrarselo ad ogni costo. Così dice loro: «Scrivetemi quello che volete e mettete la vostra richiesta nella scatola delle lettere. Io risponderò questa sera». A quelli che non sanno scrivere dice: «Fatti aiutare da qualcuno che lo sa fare». Ogni sera Korczak risponde personalmente, per iscritto, anche brevemente, ad ogni lettera.

Ben presto Korczak si accorge dei grandi vantaggi di questa comunicazione epistolare e la utilizza in diversi modi nelle scuole e negli orfanotrofi: c’è una scatola delle lettere per mettere le lamentele, un’altra per condividere un progetto, un’altra ancora per suggerire esercizi e una per proporre articoli per il giornale. Grazie alla scatola delle lettere i ragazzi imparano «ad aspettare una risposta invece di esigerla subito sul posto; imparano a distinguere le cose; tra i loro desideri imparano a riconoscere le pene, i dubbi, ciò che è importante da ciò che lo è meno; imparano a riflettere, a motivare un’azione; imparano ad esercitare la volontà». Anche grazie alla scatola delle lettere, imparano ad avvicinarsi alla lingua scritta, non come si entra in una prigione in cui bisogna continuamente obbedire a regole arbitrarie, ma come si entra in un mondo in cui gli scambi tra esseri umani sviluppano riflessioni ed aiutano a conquistare il piacere del pensiero.

Questi apprendimenti stanno al centro della pedagogia di Korczak, e non a



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