Quanto vale una balena by Adrienne Buller

Quanto vale una balena by Adrienne Buller

autore:Adrienne Buller [Buller, Adrienne]
La lingua: ita
Format: epub
editore: add editore
pubblicato: 2024-03-26T00:00:00+00:00


La teoria dei mercati efficienti e altre favole

Nella loro essenza – e a prescindere da cosa i loro paladini affermino, o credano – i criteri ESG non sono un sistema pensato per promuovere il cambiamento dell’economia reale quanto una strategia basata sul ridurre gli impatti finanziari delle attività economiche sul clima e sull’ambiente, anziché quelli materiali, cioè reali. Che i due problemi si sovrappongano è ogni tanto possibile, ma non automatico, né comune. Il sistema ESG offre agli investitori un meccanismo per minimizzare la propria vulnerabilità ai rischi finanziari – che si tratti di imminenti normative per porre fine all’estrazione di carburanti fossili, o di un rapporto sulle violazioni dei diritti umani da parte di una marca di abbigliamento – che potrebbero nuocere ai profitti dei loro portafogli finanziari. In questo senso, è molto più facile capire gli investimenti «verdi» o «etici» come strumenti con cui i ricchi e i possessori di beni finanziari giocano d’azzardo sulle probabilità di un’economia più verde, anziché contribuire a crearla. In altre parole, non chiedetevi cosa il vostro portafoglio possa fare per la crisi climatica, bensì cosa la crisi climatica farà al vostro portafoglio.

Questa logica di fondo spiega come mai gran parte delle attività che circondano gli investimenti etici ed ESG – sia da parte degli enti regolatori sia delle stesse aziende e investitori coinvolti – ruoti attorno al problema della trasparenza.43 Nel Regno Unito, il tanto atteso piano per un’«ambiziosa» strategia tesa a «rendere più verde la finanza» si è di fatto ridotto a esigere che le imprese rendano pubblici i rischi climatici e ambientali cui sono esposte (ma non necessariamente, si noti, quelli cui possono contribuire in modo diretto). Nella trasparenza in sé non c’è nulla di male: che le aziende rendano pubbliche le proprie attività, valutandole tramite la lente dei rischi sistemici, può essere un esercizio utile, e una maggiore trasparenza nell’economia corporativa in genere – anche se obbligata per legge – è anch’essa un utile strumento per renderle più responsabili. Esiste tuttavia un problema cruciale: la trasparenza è attualmente la principale, se non unica, richiesta fatta dai governi alle multinazionali e all’industria finanziaria in materia di crisi climatiche e naturali, con il presupposto che questo basterà a spronare i mercati a creare un futuro sostenibile. Purtroppo, questa tesi ha poche prove a suo sostegno.44 Anzi, un recente studio sui fondi ESG ha rilevato che – benché prediligano in effetti le imprese con punteggi di trasparenza più elevati negli ambiti ESG – i loro investimenti sono anche sbilanciati verso aziende con maggiori emissioni di CO2 o «fedine penali» più sporche in materia di ambiente e di politiche del lavoro.45 Sebbene non provino una causalità diretta, questi risultati suggeriscono che un’agenda dominata dalla trasparenza stia generando un effetto collaterale regressivo: equiparando i progressi nella trasparenza con un vero progresso per la sostenibilità, è possibile che gli approcci basati sulla trasparenza stiano solo spronando le aziende a pubblicare maggiori informazioni sulle proprie attività e a fermarsi lì, avendo fatto il necessario agli occhi degli investitori.



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