Quei giorni mai esistiti by Andrea Canto

Quei giorni mai esistiti by Andrea Canto

autore:Andrea Canto [Canto, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
ISBN: 9788867973637
pubblicato: 2015-05-31T16:00:00+00:00


Montclair,

27 ottobre 2000

48

La seduta stava volgendo al termine, Claudine guardò la piccola pendola a muro che discretamente segnava il tempo. Mancavano ancora cinque minuti e la sua paziente ormai da qualche minuto era sprofondata in un silenzio totale, fino a quando la seduta finì. Si sentivano gli scricchiolii del legno della vecchia portineria, quindi la paziente se ne andò e Claudine rimase sola nel cottage. Rimase nel suo studio fino a mezzogiorno e, dopo aver terminato una seduta con un bambino di nove anni, si infilò il cardigan beige e uscì in giardino. La giornata era splendida anche se si sentiva che ormai stava rinfrescando, alcuni alberi avevano cominciato a perdere le foglie da una decina di giorni, altri le avevano ancora tutte, di un rosso fuoco che quasi abbagliava.

“Come siamo pensierose”, disse Alain circondandole le spalle con un braccio e attirandola a sé per darle un bacio. Claudine gli gettò le braccia al collo, amava quella sensazione di protezione, di calore e di stabilità che suo padre emanava.

“Ciao papà.”

“Uhm, mi nascondi qualcosa. Quegli occhi, li conosco. C’è qualcosa che non va?”, chiese Alain ora un po’ più serio.

Claudine rimase zitta, il suo pensiero fino a quel momento concentrato sui pazienti, volò a Jason, alla notte prima. Ai viali di New York che avevano percorso mano nella mano. Jason le aveva confidato che aveva paura di quei viali cinti da altissimi grattacieli. Tra i pochi ragazzi che aveva frequentato, era quello più spaventato di tutti. Lo si vedeva nei suoi movimenti, nella schiena rigida, nelle poche parole che pronunciava, nel suo sguardo a volte assente, a volte invece così intenso che la trapassava. Era stato uno schioccare di dita, un lampo che illumina la notte, un raggio di sole che esce da una nuvola. E all’istante si era innamorata di quel ragazzo. Così solo, così malinconico. Eppure così incredibilmente affascinante.

A volte Jason si adombrava, improvvisamente e senza nessun motivo particolare.

Claudine raramente gli chiedeva qualcosa in quei momenti, anzi quasi mai. Si stringeva piuttosto più vicino a lui, gli faceva sentire il suo calore, gli accarezzava un braccio, lo baciava. E quei momenti passavano, come il sole che riemergeva da spesse nuvole, il sorriso tornava sul viso di Jason, i suoi occhi chiari, ancora più chiari.

Claudine guardò negli occhi suo padre.

“Ho paura”, disse stringendosi un po’ di più al padre.

Ricordava quegli anni della loro convivenza a Montclair, gli incubi di notte. Jason che si svegliava di colpo, tutto sudato e tremante, che si richiudeva in se stesso, che si spingeva ai margini del letto per stare da solo. Ricordava i suoi tentativi, all’inizio, di avvicinarsi a lui e veniva quasi sempre respinta. Poi si avvicinava piano piano, gli accarezzava i capelli. Lo coccolava. Gli dava piccoli baci sulla fronte, sulle guance. Lo stringeva a sé in un morbido abbraccio mentre lui si scioglieva, affondando il viso nel petto di Claudine, per cercare un riparo, un luogo sicuro. Un posto dove non essere solo, dove non essere maltrattato e abbandonato da tutti.

“Ho paura”, disse di nuovo Claudine rabbrividendo.



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