Racconti di confine by Marco Meriggi

Racconti di confine by Marco Meriggi

autore:Marco, Meriggi [Meriggi, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Studi e Ricerche
ISBN: 9788815329295
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2016-10-14T22:00:00+00:00


2. Le missioni ufficiali

Lungo il nostro percorso di figure di questo genere ne abbiamo in realtà già incontrate un paio, senza, per altro, dilungarci a evidenziare le peculiarità che ne fanno qualcosa di nettamente diverso dagli abitatori abituali – persone senza rango ufficiale o figure variamente espressive di una qualche istituzione – della scena locale; per esempio il marchese Angelo Cavalcanti, che nel 1756 diventerà presidente della regia camera della Sommaria, per parecchi mesi in missione nel 1750, nella qualità di giudice della Vicaria, lunga la tormentatissima linea di confine tra il Reatino e l’Aquilano; o il consigliere Carlo Mauri, marchese di Pollica, che presidente della Sommaria è stato in precedenza[3], impegnato nella seconda metà degli anni ’40 in una visita ufficiale a quegli stessi contestatissimi confini, posti al limite di province le cui «carte topografiche [risultano] – ancora una ventina d’anni più tardi – molto confuse circa le situazioni de’ i paesi e le vere distanze da luogo a luogo»[4]. E qualche anno prima, nel 1743, a precederli con un incarico che si avvicina a quello espletato dai due, è stato anche il preside dell’Abruzzo ultra II don Domenico de Rose[5].

Per alcuni mesi, o anche per alcuni anni, uomini come questi hanno svolto un lavoro che le alte sfere del governo di Napoli si sono preoccupate di monitorare accuratamente. Quello del consigliere Mauri è stato molto apprezzato, come risulta da una missiva allora inviatagli dal ministro Bernardo Tanucci:

Ho fatto tutto il buon uso della vostra narrazione. Il marchese Fogliani mosse davanti al Re ragionamento dei fatti vostri me presente [...]. Furono rilevate le arti dei preti, la loro fretta quando speravano di poter usurpare qualche parte del nostro e di trovarci facili o poco informati del dritto nostro e dei nostri veri confini; la loro dilazione quando videro in voi nostro ministro costanza, prudenza, notizia; le affettate malattie di mons. Carpi vostro avversario [...]. Il Re più volte vi lodò; egli ha dato d’essere di voi soddisfatto segni che sogliono essere buoni; ma è malissimo contento della corte di Roma, della quale egli non aveva in tredici anni di regno fatto ancora quel carattere che in questo anno è andato facendo ed aveva sempre sospettata in essa qualche reliquia di fede e di umanità[6].



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