Rafael Nadal. Una questione di talento by Riccardo Crivelli

Rafael Nadal. Una questione di talento by Riccardo Crivelli

autore:Riccardo Crivelli [Crivelli, Riccardo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Nadal Tennis, Racket Sports, Sports & Recreation, Biography & Autobiography, Tennis, Sports
ISBN: 9788836162000
Google: LfSFzwEACAAJ
editore: Diarkos
pubblicato: 2022-02-15T08:01:19+00:00


Mi faceva male la schiena fin dal riscaldamento, ma niente di preoccupante. Però alla fine del primo set ho cominciato ad avvertire dolore e all’inizio del secondo, su un servizio, ho sentito una fitta atroce. Il ritiro era l’ultimo dei miei pensieri, odio fare queste cose. Non era una situazione facile, certo, ma ho provato a tenere duro fino alla fine, cercando di concludere la partita nel miglior modo possibile per me, per la gente e per Stan. Dare tutto fino all’ultimo, ma oggi era impossibile vincere: troppo forte l’avversario.

Per fortuna arriva la terra a consolarlo, anche se questa volta è sudamericana: a fine febbraio vince il torneo di Rio battendo Dolgopolov, che poi si prende la rivincita nel terzo turno sul cemento di Indian Wells, approfittando però dei soliti problemi alla schiena dello spagnolo. Rafa perde poi la finale di Miami con Djokovic e clamorosamente esce ai quarti a Montecarlo per mano di Ferrer, che non lo batteva da dieci anni, dopo nove trionfi consecutivi nel torneo. Non sorride neppure a Barcellona, dove era reduce da otto successi in otto edizioni, eliminato da Almagro, ma si rifà a Madrid superando in finale l’acciaccato Nishikori, che infatti si ritira a metà del terzo set. A Roma perde un’altra finale contro Djokovic, che così arriva a insidiare da vicino il suo numero uno del mondo. In vista di Parigi, sembra che la terra gli stia franando sotto i piedi. Tutti i numeri, proprio sulla superficie più amata e dov’è il più forte di sempre, gli sono contro. Il mancino di Spagna ha la più bassa percentuale di vittorie e più sconfitte in assoluto, dal 2004, meno tornei vinti, più ko prima delle semifinali e meno successi sul rosso europeo. Di più: ha perso l’egemonia nei tornei più cari, da Montecarlo a Roma passando per Barcellona. E perfino gli organizzatori del Roland Garros gli fanno uno sgarbo istituzionale, lui che da quelle parti è il sovrano assoluto: per il match d’esordio contro Ginepri, anziché sul Centrale come sarebbe costume per il vincitore dell’anno precedente, lo mettono sul lontano Lenglen. Dimenticate le polemiche iniziali, però, Rafa ingrana subito le marce alte, perde un set soltanto con Ferrer nei quarti e in semifinale travolge Murray lasciandogli appena sei game: il premio, come ormai accade con sincronica frequenza, è un altro appuntamento fatale contro Djokovic.

Oltre il limite della fatica, oltre il tennis, oltre lo stress, oltre una finale Slam che vale oro, oltre i 15 mila dello stadio nel cuore della terra rossa e dei milioni di spettatori in mondovisione, oltre 3 ore 31 minuti a tirarsi schiaffi a tutto campo, oltre il dolore fisico e mentale. Oltre, ancora oltre, allo stremo dell’umana conoscenza e possibilità, oltre le lacrime, oltre una rivalità divenuta ormai ferocissima, Nadal doma il Djoker nell’ennesimo braccio di ferro tra gli atleti più supersonici del tennis. E riapre il pallottoliere dei record: dieci, come gli anni consecutivi in cui firma almeno uno Slam; nove, come i Roland Garros conquistati negli ultimi



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