Resistenza verde by Francesco Ferrini & Ludovico Del Vecchio

Resistenza verde by Francesco Ferrini & Ludovico Del Vecchio

autore:Francesco Ferrini & Ludovico Del Vecchio [Ferrini, Francesco & Vecchio, Ludovico Del]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Elliot
pubblicato: 2021-01-14T23:00:00+00:00


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GLI ALBERI DI STRADA E ALTRE STORIE

Noi che amiamo tanto gli alberi vorremmo garantire per loro condizioni di crescita e di vita sempre ideali, in ogni circostanza. Gli alberi hanno bisogno di spazio per le chiome e per le radici, di grandi volumi liberi sopra e sotto la terra. Ma in realtà la vita di un albero di città spesso è talmente dura, complicata, anche se noi non ci facciamo caso, presi come siamo a correre le nostre vite sospese, senza quasi mai riflettere.

Cavi e tubature nel sottosuolo, altri cavi in cielo ad attraversare la chioma di tigli e querce, e poi quella strozzatura di pietra o di cemento che si avvicina sempre troppo al colletto dell’albero, come se volesse soffocarlo. Fili di ferro che penetrano nella corteccia, usati per circondare il tronco e appendere un annuncio del tipo “cerco casa, vendo moto”, infine dimenticati, chiodi piantati, scarpe – ora si vedono anche le scarpe appese agli alberi, davvero. Non sempre è così, per fortuna. Ma il rispetto verso chi produce l’aria che respiriamo nascerà soprattutto dalla conoscenza e dall’educazione che sapremo dare al nuovo Homo sapiens; dalla consapevolezza che il grado di civiltà di un agglomerato urbano si misura anche da come vengono trattati gli alberi, non solo dalla cura delle persone e degli animali. Senza l’attenzione e il rispetto verso chi fornisce l’ossigeno (la base minima di ogni qualsivoglia manifesto ecologico) non può esserci futuro. Partiamo allora dalla base, letteralmente. Cosa dobbiamo mettere ai piedi degli alberi di città, nel fazzoletto di terra che abbiamo concesso a uno splendido tiglio? Una griglia? Dei ciottoli di fiume? Piantare arbusti? Fiori? Inserire cartelli con delle poesie? Niente. Solo pacciamare, cioè formare uno strato di materiale organico permeabile (ad esempio della corteccia di conifere, ma anche di altre specie) per evitare l’eccessivo riscaldamento ed essiccamento del suolo e la crescita delle erbacce infestanti, cercando di imitare, per quanto possibile, ciò che avviene in natura. Le griglie o la ghiaia messi attorno al tronco, l’aggiunta quindi di materiali facilmente calpestabili, non farebbero altro che invitare i soliti automobilisti ineducati, magari quelli che comprano una macchina a quattro ruote motrici “per dominare la città”, ad accostarsi dell’albero, sino a urtarlo in manovra. E quella sorta di gabbie che circondano alcuni poveri alberi di città e li fanno assomigliare a degli Hannibal Lecter botanici? A cosa servono? Non certo a “proteggere l’albero”, diventano solo uno delle tante sevizie inferte ai nostri “amici verdi”. Ecco tre brevi paragrafi tradotti da un libro inglese sull’arboricoltura:

In altri Paesi con un clima più caldo del nostro, come Francia, Italia e Stati Uniti, gli alberi sono una necessità nelle strade cittadine per l’ombreggiamento che forniscono in estate e per la mitigazione del calore e della rifrazione delle pavimentazioni, che non sono solamente brutte dal punto di vista estetico, ma sono altamente pericolose per la salute. La New York Medical Society afferma «che uno dei mezzi più efficaci per mitigare l’intenso calore dei mesi estivi e diminuire la mortalità fra i bambini è la coltivazione di un adeguato numero di alberi nelle strade».



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