Riflessioni sulla morte di Mishima by Henry Miller

Riflessioni sulla morte di Mishima by Henry Miller

autore:Henry Miller [Miller, Henry]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2016-05-12T22:00:00+00:00


* * *

1 Gilbert Keith Chesterton, Charles Dickens, Methuen, Ltd., London 19074. [N.d.A.]

Continuazione delle “Riflessioni

sulla morte di Mishima”

La violenta emozione che provai nel venire a sapere della drammatica e macabra fine di Mishima fu resa ancor più intensa dal ricordo di uno strano incidente accadutomi a Parigi circa trentacinque anni fa. L’incidente a cui mi riferisco mi tornò in mente quando, sedendo un giorno in uno studio medico, mi accadde di sfogliare una rivista (penso fosse “Life”), nella quale c’erano le foto delle teste mozzate di Mishima e del suo compagno sul pavimento. Due fatti mi colpirono contemporaneamente: in primo luogo le teste non giacevano di lato ma erano ritte; inoltre una delle teste aveva un’impressionante somiglianza con la mia, che una volta avevo visto giacere sul pavimento, ma in pezzi. Reale o immaginaria che fosse, tale somiglianza fra la testa di Mishima e la mia era agghiacciante.

Avevo sempre immaginato che una testa che venisse recisa da una spada rimbalzasse e rotolasse sul pavimento – non avrei mai supposto che potesse rimanere ritta. Anni fa lessi in un libro intitolato Tre geisha2 una storia, presumibilmente vera e indubbiamente familiare a tutti i giapponesi, dal titolo Tsumakichi la bellezza senza braccia. In essa si narra che il padrone di una scuola per geisha una notte ritorna da teatro completamente fuori di senno, afferra una grande spada e si mette a tagliare le teste delle maiko, le aspiranti geisha, immerse nel sonno. Tsumakichi, una di loro, che dorme al piano di sotto, si sveglia per il rumore delle teste mozzate che rimbalzano qua e là come bocce. E in preda al terrore vede l’uomo incombere su di lei con la spada balenante, e prima di poter fuggire lui le tronca entrambe le braccia e le sfigura il viso. Tsumakichi miracolosamente sopravvive e alla fine riesce a divenire una delle geisha più famose che siano mai esistite.

Riguardo all’incidente che ho menzionato e alla somiglianza fra la testa di Mishima e la mia... Intorno al 1936 nello studio di un amico nella Villa Seurat, a Parigi, una giovane jugoslava, Rad­mila Djoukic, volle eseguire una scultura della mia testa. Il giorno in cui la terminò – la creta era ancora bagnata – un giovane studente cinese e io stavamo discutendo di letteratura inglese. Costui aveva menzionato un paio di volte il nome di Shake­speare, il che mi indusse a chiedergli se avesse mai letto Amleto. Egli ripeté il nome interrogativamente, quindi esclamò: “Oh sì, ora ricordo – intende il romanzo di Jack London”. Fui colto da una tale sorpresa che levai entrambe le braccia al cielo e inavvertitamente urtai la testa ancora umida, facendola cadere dal supporto. Con mia estrema costernazione essa cadde in pezzi – e niente e nessuno al mondo poté rimettere il povero Humpty Dumpty di nuovo insieme. Fortunatamente era stata scattata una fotografia di quella testa. E più tardi venne usata come immagine per la sovraccoperta di un mio libro, Domenica dopo la guerra. Quella testa, che a mio avviso mi somigliava molto, mi ha sempre ossessionato.



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