Roberta De Falco by Roberta De Falco
autore:Roberta De Falco [Falco, Roberta De]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00
«Giù, cagnaccio» disse poi a Rex che stava infilando il muso nel cartone di una delle pizze. «Hai già avuto la tua cena.»
«Non gli avrai dato le solite schifezze?»
«Ma che dici. Solo due croccantini dietetici.»
«Non ci credo. È grasso da far schifo.»
«Non deve andare a un concorso di bellezza.»
Dopo aver scolato la sua birra, il vecchio prese tra le mani un trancio di pizza e iniziò a mangiarla rumorosamente, senza smettere di guardare la televisione.
Raul divise di nascosto la propria pizza con lo sbavante amico a quattro zampe e si alzò. Aveva bisogno di una doccia.
Era stata una giornata massacrante. La Morin lo aveva spedito a pedinare Bruno Rovaz, ordinandogli di non perderlo mai di vista. Sperava che lo avrebbe portato da Federico Donda, la povera illusa. E invece quel laido figuro era andato prima in banca a Monfalcone, poi al supermercato con la madre. Verso le quattro era entrato in una sala giochi e ci era rimasto ben tre ore. Poi era tornato a casa.
Di Federico Donda neppure l’ombra.
Come se non bastasse, quella bastarda della Morin lo
aveva costretto a fare ben due ore di straordinari, cosa che detestava, per andare a interrogare tutti gli inservienti e i barellieri dell’ospedale che erano di turno la notte della fuga del marocchino, senza cavarne un ragno dal buco.
Nessuno conosceva Fabio Visentin né tanto meno il fuggiasco. Le telecamere non avevano filmato nessun incontro sospetto.
Diversamente da altri colleghi, non ci teneva a trattenersi oltre l’orario di lavoro. Dato che non era riuscito a diventare commissario, non gli importava di guadagnare di più. Tanto, non avrebbe saputo cosa farsene dei soldi. Sua moglie lo aveva lasciato per un carrozziere sloveno, senza chiedergli niente. Figli non ne aveva, hobby neppure e il padre aveva una pensione dignitosa.
Era appena uscito dalla doccia quando sentì squillare il cellulare.
Alzò gli occhi al cielo, sospirando.
A quell’ora non potevano essere che grane.
«Ispettore Bregant» rispose stancamente.
La voce che sentì dall’altra parte non era certo quella che si aspettava. Istintivamente raddrizzò la schiena.
«Quando? D’accordo. Alle sei al porto.»
Guardò l’orologio. Le nove di sera.
Se doveva svegliarsi all’alba, non poteva fare tardi.
Avrebbe messo a letto il vecchio padre e fatto uscire Rex.
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