Romolo il grande by Friedrich Dürrenmatt

Romolo il grande by Friedrich Dürrenmatt

autore:Friedrich Dürrenmatt [Dürrenmatt, Friedrich]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788871684437
Amazon: 8871684435
editore: Marcos y Marcos
pubblicato: 2006-01-02T00:00:00+00:00


I DUE CON ZENONE

Gioia e giubilo, Bisanzio!

La tua gloria, il tuo fastigio

giunge sino al firmamento.

Ciò che era sol speranza

si è avverato qual prodigio

la salvezza è a compimento.

TULLIO ROTONDO Smettete subito di bruciare gli archivi!

LA VOCE DI ACHILLE Sua maestà l’imperatore!

Il fumo si disperde, sulla porta della villa è visibile Romolo in mezzo alla corte; dietro a lui, Achille e Piramo che reca un canestro piatto. Silenzio.

ROMOLO C’è un bel po’ di allegria nel mio parco. è lecito saperne il motivo?

EMILIANO Benvenuto, imperatore della mensa opulenta. Salve, Cesare dei polli. Ave, Romolo, che i soldati han soprannominato il piccolo.

ROMOLO (osserva attentamente Emiliano) Tu sei Emiliano, il fidanzato di mia figlia.

EMILIANO Sei il primo che mi riconosce, Romolo Augusto. Neanche tua figlia mi ha riconosciuto.

ROMOLO Non dubitare del suo amore, però. è solo che la vecchiaia ha buoni occhi. Sii il benvenuto, Emiliano.

EMILIANO Perdonami, padre del mondo, se non rispondo al tuo saluto nel modo piú appropriato. Troppo tempo ho passato nella prigionia germanica: ho dimenticato le usanze della

tua corte. Ma la storia di Roma mi aiuterà a trovare l’espressione adatta. C’erano degli imperatori cui si chiedeva: Hai ben

vinto, o Augusto Cesare? Ad altri si chiedeva: Hai assassinato bene, maestà? E cosí a te si chiederà: Ben dormito, Romolo Augusto?

ROMOLO (si siede su una sedia davanti alla porta e contempla a lungo Emiliano) Il tuo corpo porta i segni degli stenti e delle

privazioni. Hai sofferto la fame e la sete.

EMILIANO Io soffrivo, e tu non saltavi un pasto.

ROMOLO Vedo dalle tue mani che sei stato torturato.

EMILIANO Sono stato torturato, e intanto il tuo pollaio prosperava.

ROMOLO Sei disperato, Emiliano.

EMILIANO Son venuto a piedi sino a te, o Cesare, dalla mia prigione in Germania. Ho attraversato, miglio per miglio, la sterminata estensione del tuo stato, augusto imperatore. E ho visto in che condizioni è il tuo impero, padre del mondo.

ROMOLO Da quando sono imperatore non ho piú lasciato questa mia villa. Raccontami dunque del mio impero, Emiliano.

EMILIANO Ho visto solo infinite rovine e desolazioni.

ROMOLO Dimmi dei miei sudditi.

EMILIANO Il tuo popoío è taglieggiato da pescicani e profittatori, seviziato da mercenari e deriso da soldataglie germaniche.

ROMOLO Non mi è ignoto, ciò che mi racconti.

EMILIANO Come puoi saperlo, se non l’hai mai visto?

ROMOLO Posso però sempre immaginarmelo, Emiliano. E adesso vieni nella mia casa. Mia figlia ti ha aspettato per tutti questi anni.

EMILIANO Non sono piú degno di ricevere tua figlia, o Cesare.

ROMOLO Tu non sei indegno, sei soltanto infelice.

EMILIANO Sono infamato. I Germani mi han costretto a strisciare carponi, nudo, come una bestia, sotto un giogo macchiato di sangue.

MARES Vendetta!

REA Emiliano! (Si avvinghia al suo fidanzato).

EMILIANO Io sono un ufficiale romano, e sotto il giogo ho perso il mio onore. Torna da chi ha diritto a te, figlia dell’imperatore.

(Rea torna a capo chino da Cesare Rupf). Tua figlia è ora la sposa di questo fabbricante di calzoni, o Cesare, e in tal modo la mia onta ha salvato il tuo impero.

ROMOLO (si alza in piedi) L’imperatore non concede il suo consenso a questa unione.

Tutti restano sbalorditi.



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