SAS - La primavera di Varsavia by Gerard De Villiers

SAS - La primavera di Varsavia by Gerard De Villiers

autore:Gerard De Villiers [De Villiers, Gerard]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Malko uscì dalla chiesa Sant’Anna un po’ più caldo. Ci voleva una volontà d’acciaio per rituffarsi nell’aria gelata. Era la quarta chiesa che visitava dopo aver lasciato l’ambasciata. Di che divertire i suoi pedinatori. Aveva incominciato da quella della Santa Croce dove era conservato il cuore di Chopin. Era un’usanza che avrebbe dovuto diffondersi. Suddividendo equamente gli organi del grande musicista, si sarebbe favorito il turismo.

Una raffica di vento gelido lo investì arrossandogli di colpo il naso e le orecchie. Affondò ancora di più le mani nelle tasche e si curvò sotto la tempesta di neve. La prossima chiesa sarebbe stata quella buona. Ma prima doveva prendere un’ultima precauzione. Attraversò di corsa la piazza Zamkowy e rallentò nell’Urica Guietojanska, ai margini della città vecchia.

Era incredibile; tutte le case erano state ricostruite nello stile di prima della guerra. Ma il risultato ne era così perfetto che sembrava uno scenario cinematografico. C’era un altro particolare insolito: il silenzio. Le macchine erano proibite e i passanti si affrettavano senza far rumore nella nebbia che saliva dalla Vistola.

Un suono inatteso ruppe il silenzio: dei suonatori ambulanti intirizziti suonavano all’angolo della via Zapiecek.

Davanti al ristorante Krokodyl, due fiacre attendevano ipotetici clienti...

Malko s’infilò nel corridoio del numero 27. Là dove era entrato con Wanda Michnik. Lo attraversò e si ritrovò in un cortile. A destra c’era un muricciolo, alto due metri. Vi si aggrappò, lo scavalcò e si lasciò cadere dall’altra parte.

Appena toccata terra, udì dei passi che attraversavano di corsa il cortile.

Erano i suoi pedinatori. Sarebbero sbucati nella stretta via Pivna. Altre due strade la incrociavano a breve distanza e loro al momento non avrebbero saputo in quale delle due Malko si fosse infilato. Lui attese alcuni secondi, poi scavalcò di nuovo il muro. Il cortile era deserto. Riattraversò il corridoio, e sbucò ansimante sul Rynek. Passò davanti a due miliziani che litigavano col proprietario dei fiacre e voltò a sinistra sulla via Nowomiezka che puntava verso gli antichi bastioni che cingevano la città vecchia.

Dopo un centinaio di metri, superò una specie di ponte-levatoio fiancheggiato da due torri e uscì dalla città vecchia. La chiesa dei Domenicani era proprio di fronte a lui, all’angolo tra la Freta e la Moskowa. Vi entrò, scese alcuni gradini e raggiunta la navata si fermò nella penombra. Era piacevole non sentire più freddo. Attese che i suoi occhi si abituassero all’oscurità. La chiesa si componeva di una navata principale e due laterali. Sapeva che padre Pajdak confessava in quella di sinistra. Passò davanti alla statua di San Giacinto patrono della chiesa e si voltò: nessuno era entrato dietro di lui, quindi doveva aver seminato i pedinatori.

Entrò nella piccola navata.

Uomini e donne attendevano, inginocchiati, il loro turno per confessarsi. Malko lesse i nomi sui confessionali. Il terzo portava il nome di Jacek Pajdak. Tre donne aspettavano davanti al confessionale mentre altre due erano inginocchiate ai lati. Malko scelse un inginocchiatoio e attese. Appena una delle penitenti si alzò, lui si precipitò e scavalcando la sua vicina, prese posto nel confessionale.

Attese,



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