Se gli dei ti fanno impazzire by Richard Powell

autore:Richard Powell [Richard Powell]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-04-18T22:00:00+00:00

17

Raggiungemmo il carro senza problemi. I cespugli e gli alberi ci nascondevano dalle serve che erano al laghetto, e quindi camminammo come se non stesse succedendo niente di particolare. Sulla strada per l’accampamento Elena era allegra, si godeva il sole, l’aria e il movimento. A ogni giro di ruote io e Neo ci esaltavamo sempre più: immaginavamo le truppe che ci accoglievano con il saluto solenne, sbattendo le armi contro gli scudi. Era chiaro che Elena non si aspettava niente del genere e sul limitare dell’accampamento suggerì di aspettare che calasse il buio prima di entrare.

«E perché?» chiese Neo.

Elena disse: «Sarebbe rispettoso fare in modo che i re e i capi apprendano la notizia prima dei loro uomini. Una volta scesa la notte posso acquattarmi e mettermi addosso quella coperta per cavalli. Vi suggerirei di passare prima dagli alloggi di Ulisse. È un uomo dal cervello fino, e forse è per questo che non ho sposato lui».

Ci sembrò ragionevole e così aspettammo fino al tramonto. Elena ci intrattenne con la sua parlantina. Ci raccontò della figlia che aveva avuto da Menelao, una ragazza di nome Ermione che Neo, prima o poi, avrebbe dovuto incontrare. Passò a Troia: Ettore e Andromaca avevano finalmente messo al mondo un figlio; Cassandra non degnava di uno sguardo i suoi pretendenti, non che ce ne fossero molti, essendo lei piuttosto insignificante; Priamo era vistosamente invecchiato; il principe dei Dardani, Enea, aveva sposato una fanciulla di nome Creusa, graziosa, ma alquanto sciocca.

Al crepuscolo nascondemmo Elena sotto la coperta dei cavalli, anche se sembrava indegno metterle addosso una stoffa tanto sporca, ed entrammo nell’accampamento, diretti agli alloggi di Ulisse. Stava cenando all’esterno con due dei suoi uomini. Saltai giù dal carro e gli feci cenno di avvicinarsi.

Lui posò uno zampetto di montone, si pulì le mani su un cane che passava di lì, e venne verso di me con calma. «Cos’hai combinato stavolta?» domandò. «Sei nei guai per essere rientrato dopo il tramonto? Achille vi cercava».

Ero così emozionato da non riuscire quasi a parlare. «Aspetta di sentire quello che dobbiamo dirti» esclamai senza fiato. «Nel carro, sotto quella coperta, c’è Elena. Elena! L’abbiamo catturata!»

Per qualche istante restò in silenzio. Il bagliore della fiamma gli punteggiava la barba di riflessi rossi trasformandogli gli occhi in due buchi neri. «Immagino» disse lentamente «stiate parlando di Elena di Lacedemone. Elena di Laconia. Elena di Troia».

«Sì!»

«D’accordo. Fatela entrare di soppiatto nella mia capanna mentre io distraggo i miei uomini. Avete le spade con voi?»

«Sì signore. Nel carro. Ma a cosa ci servono…»

«Tu e Neo starete di guardia fuori dalla capanna. Non deve entrare nessuno finché non torno. Nessuno! Capito? Se non si fermano, ammazzateli».

«Ammazzarli?» chiesi stupito. «Perché mai…»

«Accidenti! Fa’ come dico e basta».

Deglutii e feci di sì con il capo. Ulisse tornò al falò e chiamò i suoi uomini. Riferii a Neo quello che dovevamo fare. Prendemmo le nostre spade e portammo Elena, che era sempre avvolta nella coperta, dentro la capanna. Dopodiché, ci piazzammo all’ingresso con le spade in pugno e lo sguardo fisso nell’oscurità.

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