Segreti di famiglia by Ivana Šojat

Segreti di famiglia by Ivana Šojat

autore:Ivana Šojat [Šojat, Ivana]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Voland
pubblicato: 2022-01-01T23:00:00+00:00


Dall’improvvisa partenza di Rebeka in direzione di una morte certa fino alla fine del 1941, o meglio fino alla nascita di Elza, Klara si sentì come dieci anni prima, quando Greta era partita per Subotica e lei non era più riuscita a suonare nemmeno un pezzo come si deve. Quando, storpiando gli esercizi per scaldarsi, cercava di comunicare a sua madre che sarebbe stato opportuno annunciare a tutti dove era andata Greta e perché. Insomma, si sentiva come in un sogno, immersa in un’atmosfera densa e vischiosa, sentiva il mondo e le sensazioni sfrecciare accanto a lei, immobile come un filare di alberi. Aveva l’impressione di essere stata tradita, abbandonata in un pianeta deserto e sferzato dai venti senza una spalla su cui piangere.

Per molto tempo, finché la pancia non le impedì di camminare e finché, all’inizio di febbraio, la neve mezza sciolta non si trasformò in uno strato di ghiaccio azzurrognolo, Klara continuò a trascinarsi fino a casa di Rebeka. Come un cane che spera nella resurrezione del padrone morto. Giunta a destinazione, restava a guardare quella casa ora abitata da altre persone, la casa in cui un pomeriggio di inizio settembre si erano insediati, senza nessun apparente senso di colpa, un ufficiale ustascia, la sua snella consorte e un bambino esile e vivacissimo cui la madre gridava di continuo: “No, Eugen, vieni qui! Torna qui!” Klara li aveva visti arrivare. Si era fermata dietro l’angolo con le mani sulla pancia. Per un attimo aveva malignamente sperato che il fantasma di Rebeka li aspettasse da qualche parte nel salotto, come una lampada a stelo. Li immaginò entrare in casa spensierati e noncuranti e morire di paura, cadere colpiti dalla maledizione. Ma ciò che Klara si augurava non avvenne mai. Klara continuò a recarsi a casa di Rebeka e a spiare da dietro l’angolo il piccolo Eugen che correva “come un disperato”.

La notte del 16 febbraio 1942, quando ebbe le prime doglie e sentì che il liquido amniotico le scivolava lungo le cosce, quasi inconsciamente, ancora assonnata, Klara si portò una mano in mezzo alle gambe. Strinse forte, come temesse che le viscere le finissero sulle lenzuola, come volesse impedire al bambino di uscire e di venire al mondo per rimandarne la nascita a tempi migliori.

Svegliato all’improvviso nel cuore della notte, Peter si sollevò a sedere sul letto, accese la luce e guardò Klara, che si era scoperta ed era rannicchiata con le mani in una posizione sconveniente.

“Klarica, che succede?” balbettò, sbattendo le palpebre.

“Non adesso” mormorò Klara, ancora mezza addormentata. “Non adesso, meglio che non esca!” disse al marito alzando la voce, con un tono che sembrava di rimprovero.

Peter sorrise, coprì la moglie con il lenzuolo e spense la luce. Klara parlava spesso nel sonno, a volte camminava per la stanza, apriva e chiudeva le finestre. Una volta era finita addirittura in cucina e, sempre dormendo, era riuscita a riempire d’acqua la teiera e a metterla sul fuoco. Per questo Peter non badò alle sue parole, si girò sul fianco



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.