Sette giorni di fuoco (Italian Edition) by Jc Harroway

Sette giorni di fuoco (Italian Edition) by Jc Harroway

autore:Jc Harroway [Harroway, Jc]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858991299
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 2018-09-19T22:00:00+00:00


Alex tornò a porle la domanda. «Che cosa vuoi, Olivia?»

Era dietro di lei; il suo alito caldo le accarezzò il collo.

Si sentì letteralmente sciogliere sul soffice tappeto della camera da letto di Alex. Aveva notato appena l'opulenza e l'eleganza moderna della casa, totalmente concentrata a cercare di mantenere il controllo sul proprio corpo.

Le parole di Alex – dannatamente eccitanti – si avvolsero intorno a lei come una calda coperta. Resistette al desiderio di soccombere a esse, di rivelare ogni suo desiderio, ogni sua paura, di rivelargli il suo vero essere. Ma si ritrasse, obbligandosi a restare padrona di sé e di quella situazione inebriante.

Se non poteva avere ciò che voleva, avrebbe avuto ciò di cui aveva bisogno. Adesso. E ciò di cui aveva bisogno era Alex.

Lui aveva accettato di partecipare a quel gioco secondo le sue regole. La sottile linea di controllo e concessione era una fune scivolosa sotto i piedi. Ma se lui intendeva spingerla fuori dalla sua zona di sicurezza con acrobazie spericolate, lei avrebbe contrattaccato. Avrebbe sottomesso la sua naturale propensione di maschio alfa. Avrebbe teso la fune fino a quando lui non avesse perso il controllo.

Si girò. «Voglio che mi guardi mentre mi spoglio.»

Alex annuì, il volto tirato, il respiro ansante. Un'ondata di euforia la travolse, le gambe a un tratto molli mentre raggiungeva il letto e si appoggiava al materasso per restare in piedi.

Proprio come la notte precedente, Alex restò dove lei gli aveva ordinato. I muscoli si contrassero mentre Libby liberava i bottoni della camicetta, e lui affondava le unghie nei palmi delle mani.

Libby lasciò scivolare la seta lungo le spalle. Slacciò il reggiseno, scoprendo i seni dolenti, e lo gettò sopra la camicetta.

«Merda...» sibilò Alex, gli occhi spalancati.

Libby sentì il suo sguardo sui capezzoli come se lui l'avesse toccata con quelle sue mani eleganti. Le ginocchia le si piegarono. Le sembrava quasi di sentire la sua bocca sui seni, la lingua che saettava e la bagnava. Respingendo lui, respingeva se stessa, ma la ricompensa sarebbe valsa l'attesa.

Abbassò la lampo della gonna con dita tremanti e infilò i pollici nella cintura, spingendo contemporaneamente a terra la gonna e le mutandine. Ogni secondo in cui torturava lui, torturava se stessa. Il bisogno di vederlo nudo, di toccarlo s'impadronì di lei, togliendole il fiato fino a quando la testa cominciò a girarle per mancanza di ossigeno.

Alex vacillò verso di lei, oscillando sulla pianta dei piedi.

«Tieni le scarpe.» Rude. Un ordine.

Libby inarcò un sopracciglio, contorse la bocca in una smorfia. «È questo quello che vuoi?»

Quell'ordine la eccitò. Era in suo potere accondiscendere o rifiutare. Le sarebbe piaciuto vedere il turbamento luccicare negli occhi di Alex come era accaduto quando si era slacciata il reggiseno. Ma quello era il suo gioco. Con le sue regole.

Lui annuì, lo sguardo che scivolava sul corpo nudo e si soffermava sui seni, sul suo sesso e sui dieci centimetri di tacchi. Quando i suoi occhi deviarono sulle cicatrici sul fianco sinistro, Libby spostò il braccio, nascondendole alla vista. Quello era un argomento che non voleva affrontare.



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