Shalev Meir - 2013 - Due vendette by Shalev Meir

Shalev Meir - 2013 - Due vendette by Shalev Meir

autore:Shalev Meir [Shalev Meir]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788845277030
Google: PeugDQAAQBAJ
Amazon: 8845277038
editore: Giunti
pubblicato: 2014-06-24T21:00:00+00:00


VENTUNO

“E allora, che cosa mi hanno mandato da casa con il carretto, domandava nonno Zeev a me e a Dovik quando eravamo piccini. Noi dovevamo rispondergli con le rime che aveva inventato lui: ‘Fucile e vacca, pietra nera in sacca, un gelso di una spanna e Rut che era la nonna.’ Il gelso, fra parentesi, lo amava non meno di quanto amasse Rut, lo amava talmente che non lo piantò nella terra ma lo lasciò nella botte dov’era e sopra il carretto, di modo da portarsi dietro l’albero ovunque andasse, così ci raccontava.

Il gelso continuava a crescere, anzi non faceva che crescere. E poi cosa è successo? Cosa è successo, Dovik? Cosa è successo, Ruta? Cosa è successo, Neta?

Che le radici del gelso sfondarono la botte, così nonno Zeev riempì di terra tutto il carretto, e il carretto diventò un enorme vaso con le ruote, e nonno Zeev e il suo albero andavano sempre insieme a lavorare. L’immenso toro tirava il carretto, quando arrivavano al campo nonno Zeev lo legava all’aratro; arava e piantava e seminava, poi durante la pausa di mezzogiorno si coricava all’ombra del suo albero, mangiava e si riposava: mangiavo quello che mi aveva preparato nonna Ruta e per dessert mi servivo di more dall’albero, tagliavo del foraggio per il toro e gliene facevo una montagnola, il suo letame lo davo all’albero, e il toro tirava me e lui nel carretto. È così che si fa in famiglia.

Alla fine però il gelso divenne talmente grande che neanche una coppia di tori sarebbe più riuscita a tirare il carretto, che poi si stava sfasciando per la pressione delle radici e il peso del fusto e l’umidità della terra.

Allora che è successo, Dovik? Che è successo allora, Ruta? Che è successo allora, Neta?

È successo che nonno scavò in fondo al cortile una buca lunga e profonda, i tori tirarono, lui spinse, il carretto finì dentro la buca.

E allora che è successo, Dovik, Ruta, Neta?

È successo che nonno slegò i tori che uscirono fuori con la bardatura, tolse le stanghe e le prese, poi coprì il carretto con tanta terra. È così che piantò il gelso in cortile, così che divenne il nostro grande gelso che è oggi, che sembra sia lì da sempre, non come se fosse venuto lui da nonno per essere piantato in cortile, ma come se nonno fosse venuto dall’albero e avesse deciso di costruire casa propria alla sua ombra. Ma noi sappiamo che è arrivato nel carretto, che il carretto è sepolto lì sotto, e Dovik, che era molto vivace e voleva sempre far colpo sugli altri bambini – oltre che guadagnare del denaro, così diceva, per comprare i biglietti dell’aereo e andare a trovare mamma in America – lo tormentava sempre perché voleva scavare e tirare fuori il carretto e attaccarci il trattore invece del toro e avere l’ombra del gelso e magari pure vendere i biglietti a chi voleva farci un giro. Ma nonno Zeev gli diceva sempre che il carretto ormai era



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