Sherlock, Lupin & Io 22 - Un ultimo ballo, Mr Holmes by Irene M. Adler

Sherlock, Lupin & Io 22 - Un ultimo ballo, Mr Holmes by Irene M. Adler

autore:Irene M. Adler
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2020-06-12T12:00:00+00:00


CAPITOLO 9

ACQUA CALDA

La colazione non era riuscita a togliermi di dosso la stanchezza, e così decisi che un bel bagno caldo avrebbe potuto migliorare la mia situazione. La signora Pemble mi preparò una tinozza fumante in camera, con del sapone grezzo e traslucido dal profumo di gelsomino. Mi immersi fra i vapori bollenti con estrema gratitudine. Amavo la sensazione dell’acqua calda che ricopriva il corpo, e per un attimo mi lasciai inghiottire, immergendomi completamente. I capelli mi fluttuavano attorno al viso, e da fuori mi arrivavano tutti i rumori distanti e allo stesso tempo fortissimi che l’acqua riusciva a trasmettere. Quando ripresi fiato, mi sentivo già meglio.

Ero pronta per la resa dei conti.

Dovetti confessare a me stessa che tutta quella situazione era davvero eccitante. Negli ultimi mesi ne avevo vissuti parecchi di momenti concitati, ma in questo caso avrei avuto a che fare con una festa sfarzosa, ospiti che arrivavano da tutto il mondo… e soprattutto con l’ombra del misterioso Peter Jones che rendeva tutto più oscuro e pericoloso.

Rimasi in acqua facendo correre la mente finché il mio bagno non diventò tiepido. A quel punto mi costrinsi a uscire e mi avvolsi in un grande asciugamano. Pettinai pazientemente i capelli per la seconda volta nella giornata, sperando che Irene potesse fare uno dei suoi miracoli e acconciarmeli in modo che sembrassero una chioma ordinata ed elegante e non un fascio di stoppie. Ma forse ero troppo dura con me stessa, pensai poi osservando una ciocca color grano arrotolata attorno a un dito. Negli ultimi tempi i miei capelli sembravano un po’ meno indomabili e stavano addirittura prendendo la forma di veri riccioli naturali, anche quando non avevo nessuna voglia di utilizzare il ferro. A parte quando le nottate complicate mi facevano girare e rigirare sul cuscino, stropicciandoli malamente…

Li avvolsi in un altro asciugamano, andai all’armadio e tirai fuori il vestito che avevo comprato insieme a Irene per la festa. Era protetto da una custodia di stoffa che aprii, svelando una nuvola di satin color uovo di pettirosso. Lasciai l’abito appeso all’anta dell’armadio per poterlo rimirare, e indossai una semplice camicetta e una gonna. In quel momento sentii bussare alla porta.

«Mila?»

Era mia madre.

Andai ad aprire e lei entrò con un sorriso di scuse.

«Mi credi un’insopportabile vegliarda tremebonda, dopo quello che ti ho detto questa mattina?» chiese ridendo.

«Mmm…» feci io con un ghigno.

«Sono stata io a insegnarti questo stile di vita, trascinandoti come un’irresponsabile in ogni avventura, ma devo confessare che ogni tanto temo di avere fatto qualche errore…»

«Nessun errore, non potrei essere più felice di così.»

Lei sospirò. «Però forse ti meriteresti una vita più simile a quella delle tue coetanee, a cui la cosa più grave che possa capitare è prendere un brutto voto o sbagliare nota durante la lezione di pianoforte.»

«Sai che noia? E poi se vivessi come una normale ragazza della mia età come farei a partecipare alle feste più esclusive?» commentai, facendole l’occhiolino.

Irene sorrise, guardando il vestito. «Sarai meravigliosa, ne sono sicura.»

«Certo, se riuscirò a non incespicare nell’orlo dell’abito lungo» risposi per nascondere l’imbarazzo di fronte al complimento.



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