Shining by Stephen King

Shining by Stephen King

autore:Stephen King [King, Stephen]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fantascienza
editore: THC
pubblicato: 1977-01-27T23:00:00+00:00


QUARTA PARTE - PRIGIONIERI DELLA NEVE

26 IL PAESE DEI SOGNI

Il lavoro a maglia le faceva venir sonno. Quel giorno persino Bartók le avrebbe fatto venir sonno, e sul piccolo fonografo non c'era un disco di Bartók: c'era Bach. Le sue mani si fecero sempre più lente, e nel momento in cui suo figlio scopriva la macabra inquilina della camera 217, Wendy dormiva col lavoro a maglia in grembo. La lana e i ferri si sollevavano al ritmo lento del suo respiro. Il suo sonno era profondo e non sognò.

Anche Jack Torrance si era addormentato, ma il suo sonno era leggero e inquieto, popolato di sogni che parevano troppo vividi per essere soltanto sogni: erano certamente più vividi di qualsiasi sogno avesse mai fatto prima d'ora.

I suoi occhi avevano cominciato ad appesantirsi mentre sfogliava pacchi voluminosi di fatture. E tuttavia Jack dava a ciascuna una rapida scorsa, nel timore che per qualche trascuratezza potesse sfuggirgli quel frammento di storia dell'Overlook di cui aveva bisogno per operare il mistico collegamento che, ne era sicuro, doveva trovarsi lì, da qualche parte. Si sentiva come chi abbia in mano un cavo elettrico e si aggiri a tentoni in una stanza buia che non conosce, in cerca di una presa. Se fosse riuscito a trovarla, sarebbe stato ricompensato con un panorama di meraviglie.

Aveva affrontato con chiarezza la telefonata di Al Shockley e la sua richiesta; la strana esperienza fatta nel campo giochi l'aveva aiutato nell'impresa. Quell'esperienza era stata qualcosa di maledettamente simile a una specie di collasso nervoso, e Jack era convinto che la sua mente fosse in rivolta contro la richiesta di Al, così autoritaria e altezzosa, di bloccare il progetto del suo libro. Forse era stato un segnale per indurlo a comprendere che il suo personale senso di autorispetto poteva essere spinto solo fino a quel punto, prima di disintegrarsi del tutto. Avrebbe scritto il libro. Se avesse significato la fine della sua amicizia con Al Shockley, ebbene: fosse pure. Avrebbe scritto la biografia dell'albergo; l'avrebbe scritta senza fronzoli, e a mo' d'introduzione avrebbe inserito il racconto della sua allucinazione, dell'impressione che gli animali del giardino ornamentale avessero mutato posizione. Il titolo sarebbe stato forse un po' piatto, ma funzionale: Uno strano posto di villeggiatura, La storia dell'Overlook Hotel. Senza fronzoli, sì, ma non sarebbe stata scritta con propositi vendicativi, in un qualsiasi tentativo di rifarsi su Al o Stuart Ullman o George Hatfield o suo padre (miserabile, tirannico ubriacone che era) o chiunque altro, comunque. L'avrebbe scritta perché l'Overlook l'aveva stregato: era possibile trovare una spiegazione altrettanto semplice o altrettanto vera? L'avrebbe scritta per la ragione che, a suo modo di vedere, stava alla base di tutte le grandi opere letterarie, di fantasia o meno. La verità viene a galla; alla fine viene sempre a galla. L'avrebbe scritta perché sentiva di doverlo fare.

Cinquecento galloni di latte intero. Cento galloni di latte scremato. Pagato. Bolla d'accompagnamento. Trecento pinte di succo d'arancia. Pagato.

Jack si lasciò scivolare ancor più giù sullo sgabello, continuando a stringere in pugno un fascio di ricevute, ma i suoi occhi non erano più in grado di decifrarle.



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