Siti Walter - 2014 - Il dio impossibile: Scuola di nudo│Un dolore normale│Troppi paradisi by Siti Walter

autore:Siti Walter [Siti Walter]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858672013
Google: JNJKBAAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2014-09-15T22:00:00+00:00

I gatti giocando incontrano la morte.

I mezzi pesanti incrociano i loro destini

nella festa dei tricicli.

Così scherzando procediamo noi

come se fosse cipria, ed è il cemento

d’un piacere mai prima conosciuto:

mutante, da non guardarlo in viso.

S’è sporcato di feci tutto il riso.

Mi sforzo di non legarlo ai ricatti

del simbolo: ma se fosse vero

che Dio non lo vuole

sarei con te, anche contro il paradiso.

In un cinema del quartiere Nomentano proiettano solo pellicole per ragazzi e l’ultimo spettacolo è alle cinque e mezza (credo che diventi un teatro, la sera); prendevo anch’io una fetta di crostata di visciole, o gli ovetti kinder e la liquirizia, fuori dalla vetrata il sole s’incrinava indorandosi, ed entravo coi pischelli di otto-nove anni per ascoltare la tua voce, camuffata ma sempre riconoscibile, che litigava con un coyote dispettoso o dava istruzioni ai giovani pirati su come arrivare al tesoro nascosto. C’era una serie italiana di episodi molto brevi, dove t’eri inventato la voce d’un cowboy fregnone che ripeteva sempre «mancato per un pelo».

Finita quella serie, la tua voce divenne rara. Anche dalle telefonate che ricevevi avevo cominciato a capire che il tuo lavoro era saltuario e malpagato; avevi mentito, e non sul lavoro soltanto; t’eri presentato ben integrato, brillante, sicuro, invece eri un free lance che veniva assunto con contratti a cottimo; senza titoli di studio e con all’attivo nient’altro che una gran faccia tosta. Una notte che tutto era corso via lubrificato e uscivamo dall’orgasmo carichi di scatoloni e di nastri, sei scoppiato a piangere balbettando «mi toglieranno anche questo» – come uno stupido m’è venuto da piangere di rimbalzo e allora tu a sorridermi tra le lacrime «sei così, tu sei così, lo sapevo». Se ti chiamava da Vietri qualcuno dei tuoi vecchi amici e voleva particolari di attrici e attori, se li conoscevi personalmente e com’erano, facevi lo scafato, l’introdotto («… la Falchi è dolcissima ma deve crescere, si farà, rosica perché la Koll è andata in prima serata col mitico Girone, che poi è uno molto alla mano, se non avesse quella cozza che si porta dietro… ho tre o quattro offerte, devo valutare, la cartomante seguita a dirmi che il novantasei sarà l’anno dei soldi, io intanto getto le mie reti…») – t’accarezzavo da dietro e mi godevo il profumo di quella mondanità immaginaria, di quelle belle donne millantate via cavo. “È un germoglio” pensavo, “e come tutta la sua razza vegetale conosce le esagerazioni della linfa.”

I colleghi mi prendevano in giro in sala consigli («t’è partita la brocca»), ma sfido chiunque a reggere con tranquillità l’incontro con una simile capacità di donarsi, come se non ci fosse un limite. Quella stessa sensualità che t’aveva costretto a ritrarti dalla ruvidezza dell’ambiente, ne ero certo, t’avrebbe privato di qualunque difesa davanti al giardiniere giusto (ma ero io che mi peritavo, temendo che in una notte più rossa delle altre avresti accolto dentro di te un impossibile strumento, lasciandoti dilaniare). Il tuo esibizionismo è di superficie, plastico o (data la tua propensione per il movimento) cinematografico.

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