Smart agili felici. Il nuovo modo di lavorare che libera la vita by Chiara Bisconti

Smart agili felici. Il nuovo modo di lavorare che libera la vita by Chiara Bisconti

autore:Chiara Bisconti [Bisconti, Chiara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2021-10-27T22:00:00+00:00


Carriere internazionali agili

Mentre ragiono sulle persone che si spostano per lavoro, mi ritrovo a pensare alle carriere internazionali e a come questo argomento sia sempre stato per me un elemento di problematicità e frizione nel rapporto con l’azienda.

Il modo di lavorare tradizionale prevede carriere internazionali rigide e strutturate. In un contesto in cui la presenza fisica è obbligatoria e quotidiana, le esperienze di lavoro all’estero richiedono trasferimenti fisici, necessariamente lunghi, che impattano pesantemente sulla vita quotidiana.

In moltissime aziende multinazionali – nella mia sicuramente – l’esperienza all’estero è imprescindibile per l’avanzamento di carriera dei manager. Per me, però, è sempre stata un tabù. Non sono mai riuscita a immaginare di trasferire la mia famiglia in un altro paese; non ho mai neanche ipotizzato di poter essere io, nella coppia, la persona per cui il compagno lascia il lavoro e segue la famiglia all’estero; non ho preso in considerazione la possibilità di vivere giorni e settimane interi lontana dai miei figli. Anche se ho visto tante persone farlo. Ora, a distanza di anni, penso che molti dei miei ragionamenti siano stati influenzati dal mio essere donna. Capisco che, a una scelta puramente personale, si sono aggiunti i condizionamenti di una società in cui è presente una forte disparità di genere. La mia scelta, in quanto donna, avrebbe richiesto più coraggio rispetto a quella di un uomo, più capacità di credere in me stessa e più energia per coinvolgere le persone attorno a me nella decisione che le avrebbe interessate.

Non ne sono stata capace. So che questa incapacità di scegliere ha limitato la mia possibilità di crescita. Alcune posizioni a cui avrei potuto ambire sono inibite a chi non ha esperienza internazionale. Forse è stato anche per questo motivo che è stato semplice, a un certo punto, lasciare l’azienda.

Ma oggi ho chiara una consapevolezza nuova: quello che ha bloccato me – e ha reso difficile la scelta per molte altre persone, donne o uomini che fossero – è stata la rigidità con cui era concepita l’esperienza internazionale.

Perché era un’esperienza totalizzante. Il trasferimento doveva essere radicale, preferibilmente con la famiglia al seguito, e durare anni. Comportava sempre un trasloco, la scelta di una nuova scuola per i figli, la ricerca di un nuovo lavoro per il o la partner; oppure la sua rinuncia al lavoro. Il modo stesso in cui era concepita la rendeva più semplice da accettare a un uomo con famiglia tradizionale, meglio se sostentata esclusivamente dal suo salario, con tanto di moglie disposta a seguirlo in ogni trasferimento.

L’esperienza si basava su rigidi presupposti di spazio, tempo e ruoli, e impattava con forza sugli assetti familiari.

L’avvento del lavoro agile ha iniziato a mettere in discussione questa modalità. Se la presenza fisica non è più vincolante, perché non ipotizzare esperienze all’estero più flessibili? Incarichi internazionali svolti in parte dalla propria abitazione e in parte nel nuovo paese; possibilità di muoversi senza trascinare con sé tutta la famiglia; possibilità di gestire gruppi di lavoro dislocati in diversi paesi, alternando lavoro da remoto a incontri in presenza fisica.



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