Social media relations by Chieffi Daniele

Social media relations by Chieffi Daniele

autore:Chieffi, Daniele [Chieffi, Daniele]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: marketing
ISBN: 9788863454765
Google: SJ28NAEACAAJ
Amazon: B00I8F3I94
Goodreads: 17264177
editore: Il Sole 24 Ore
pubblicato: 2012-02-14T23:00:00+00:00


Come abbiamo visto nel capitolo 3 i social network sono diversi sia per struttura, regole e funzionamento interni, sia per obiettivi. Ne esistono di tematici, basati sulla condivisione di oggetti mediali o che hanno l’interazione fra gli utenti come servizio base e ancora simmetrici, asimmetrici o con struttura broadcast. Siano come siano, i social network, dal punto di vista dell’analisi condensano in sé le due caratteristiche di base delle metriche: i “punti di presenza” (pagine personali o aziendali, account, profili) hanno una audience e strumenti di socializzazione dei contenuti che possono tradursi in capacità d’ingaggio della community.

Dal punto di vista della audience i dati da tenere presente sono, indubbiamente, il numero di contatti che il singolo punto di presenza, assomma. Che si tratti di amici di Facebook o di fans di una pagina, che si tratti di contatti di LinkedIn o di followers di twitter o di Google +, tanto per citare i più diffusi, parliamo sempre di un nucleo quantitativamente definito, che fa capo a un singolo punto di presenza. È intuitivo che più sia alto il numero di contatti più il punto di presenza goda di una audience ampia. Che però la pura analisi quantitativa del numero di contatti possa essere inefficace appare evidente sia tenendo presente che non tutti i contatti “vedono” i contenuti prodotti o condivisi dal punto di presenza, sia che esiste, ed è in espansione, il fenomeno dei profili fake, ovvero contatti costituiti non da persone reali ma da profili generati da software. La debolezza della metrica in considerazione del fenomeno degli account fake è evidente.

Per quanto riguarda la visibilità dei contenuti va tenuto presente che tutte le piattaforme di social network utilizzano algoritmi che selezionano in automatico quali contenuti mostrare e quali no di un utente agli altri della cerchia di contatti. I criteri sono vari ma si basano in generale, sulla rilevanza del profilo (su questo concetto torneremo fra breve) che produce il contenuto e, soprattutto, sull’intensità della relazione fra i due utenti. Più è frequente e intensa l’interazione più è probabile che i contenuti vengano mostrati nei flussi di ambedue gli utenti.

Infine va tenuto presente che le metriche quantitative sono “imposte” direttamente dalla piattaforma (le counting metrics di Lovett e Owyang52) e come tali vanno prese con ulteriore beneficio d’inventario, come sottolinea Vincenzo Cosenza in questo passaggio53:



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