Sortilegio by Rachel Hawkins

Sortilegio by Rachel Hawkins

autore:Rachel Hawkins [Hawkins, Rachel]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Prodigium - vol. 3
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2016-03-17T04:00:00+00:00


Capitolo 19

«Non mi piace questa storia», disse Archer più tardi quel pomeriggio, mentre eravamo seduti una davanti all’altro sul pavimento della mia stanza.

«Nemmeno a me, ma devi ammettere che è meglio di essere torturato ogni giorno».

Archer mormorò qualcosa sottovoce che sembrò una cosa tipo: «Non ne sono così sicuro».

A Thorne Abbey ero stata in grado di evocare Elodie. Be’, tecnicamente non ero sicura che fosse stata un’evocazione, forse lei saltava fuori quando le pareva e basta. Quindi mi sentii un po’ stupida quando mi ritrovai a dire: «Ehm, Elodie? Ci sei? Ho bisogno di parlarti».

Vidi un accenno di movimento con la coda dell’occhio e all’improvviso Elodie fluttuava vicino all’armadio. “Che c’è…”, mimò con le labbra. E poi vide Archer.

Per un lungo momento si limitarono a fissarsi l’un l’altra. Poi, il più gentilmente possibile, dissi: «Senti, Elodie, lo so che tu e Archer avete… delle questioni in sospeso, ma ho bisogno del tuo aiuto. Le Casnoff lo stanno usando per giocare al tiro al bersaglio, e se questa cosa continua probabilmente morirà».

Elodie fece un gesto abbastanza facile da interpretare.

«Te l’avevo detto che non aveva senso», disse Archer, facendo per alzarsi. Lo presi per la manica e lo ritirai giù.

«Aspetta, Elodie, per favore».

Fluttuò verso di noi, con la stessa espressione indecifrabile sul volto. “Cosa vuoi che faccia?”.

Sollevata, lasciai la manica di Archer e dissi: «Tutto quello che puoi. Una specie di incantesimo protettivo, o un incantesimo di invisibilità… qualsiasi cosa».

Incrociando le braccia al petto Elodie guardò Archer. Poi, con un gesto della mano e un “E va bene”, piombò dentro di me.

Fu stranissimo osservare Archer che mi guardava e vedeva Elodie. La sua espressione era impietrita e fredda, non gliel’avevo mai vista prima. Ancora più strano fu guardare lui con i pensieri di Elodie nella mia testa. Era arrabbiata; potevo sentirlo scorrere nelle vene, pulsare nello stomaco. Ma c’era dell’altro. Lei era… triste. Ferita.

«Dammi le mani», sentii che diceva la mia voce. Lui esitò per un momento e poi appoggiò i palmi sui miei. Non appena lo fece, nella mia mente si materializzò un’immagine delle sue mani che mi tenevano il viso e mi baciavano. No. Non me.

Elodie.

“Smettila di pensarci!”.

“Pensi che mi piaccia ricordarlo?”, mi rispose bruscamente.

«Okay», disse ad Archer, che stava guardando qualcosa dietro di me. «Non posso renderti invisibile o cose del genere, ma questo incantesimo non ti farà sentire dolore e limiterà i danni di ciò che ti potrà essere fatto. Non durerà per sempre, quindi suggerisco che tu e Sophie troviate un modo per andarvene da qui prima possibile».

«Oh, fantastico, noi non ci avevamo proprio pensato».

«Vuoi l’incantesimo oppure no?».

Archer annuì con la faccia cupa e mi strinse le mani più forte. Dopo qualche istante, sentii la magia di Elodie scendermi sulla testa e poi scorrere giù, fino alle mie dita e poi in quelle di Archer. Non appena la magia svanì, Elodie gli lasciò le mani e si strofinò le mie sulle cosce.

«Ecco fatto», disse.

Archer mosse le dita e, mentre le guardava, mormorò: «Grazie».

«Sì, bene», fu l’unica risposta di Elodie, che poi sparì, lasciandomi a terra sdraiata in maniera scomposta.



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