Star Trek - I rischi del comando by William Shatner

Star Trek - I rischi del comando by William Shatner

autore:William Shatner [Shatner, William]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-06-07T07:18:06+00:00


CAPITOLO SEDICI

BAJOR, DATA STELLARE 55596.5

Kirk alzò il volto verso il sole ed inalò l’intenso odore verde e vivo del Mare Interno. Ogni volta che la prua appuntita della piccola imbarcazione ricadeva da un’onda, un altro spruzzo di nuvola d’acqua lo avvolgeva, e la sensazione di freschezza e umidità sul viso, il sapore del sale sulle labbra, lo collegavano a questo mondo e a questo tempo come se non vi fosse alcun altro luogo.

Diede un’occhiata a Picard, seduto dal lato opposto sulla falchetta rotonda del gommone, vide che stava facendo la stessa cosa, volto nel vento, nel sole e negli spruzzi.

«Questa è l’unica cosa che mi manca sul ponte di comando di una nave spaziale» gridò Kirk a Picard.

Picard sogghignò. «Esattamente quello che stavo pensando».

Poi il profondo ronzio dell’unità propulsiva diminuì e Kirk oscillò in avanti, mentre la barca rallentava. Lanciò un’occhiata dietro a Sedge Nirra, dove il Bajoriano dai capelli bianchi stava di fianco al propulsore alla poppa dell’imbarcazione.

«Siamo quasi arrivati» urlò Sedge, e indicò di fronte a loro.

Kirk e Picard guardarono entrambi in avanti per vedere una serie di piccole boe arancio a forma di piramide invertita nell’acqua. Ce n’erano almeno un paio di dozzine, contò Kirk, sparse sopra una superficie di circa un ettaro.

«Segnalatori di fondamenta» spiegò Picard. «Ognuna di quelle boe indica un’intersezione di muri o strade nel sito archeologico sottostante».

«Esatto, Picard» disse Sedge. «I segnali gialli indicano una concentrazione di manufatti. Laggiù… e là…»

Kirk guardò verso sinistra per vedere che alcuni dei segnalatori in quella direzione erano gialli, benché ora che il cielo stava diventando di un color ruggine intenso, fosse difficile distinguere tra il giallo e l’arancio. Tornò a guardare indietro oltre Sedge, per vedere la spiaggia a circa duecento metri di distanza. Dietro di essa, lungo una leggera salita, le linee tondeggianti delle tende del campo. E ancora più lontano all’orizzonte, il cielo orientale già indaco.

Come per riflesso, Kirk alzò lo sguardo a controllare le stelle. Poteva vedere le due lune di Bajor, entrambe la metà della dimensione apparente di quella della terra, una era color argento, l’altra sorprendentemente striata di verde e blu. Vicino ad esse, vide un gruppo di quattro stelle ammiccanti, e guardò attentamente per vedere se una di esse si muoveva, facendola diventare un satellite o un’astronave.

Sedge doveva aver notato che cosa aveva attirato la sua attenzione, e disse, «Le chiamiamo i Cinque Fratelli».

Kirk rispose «Ne vedo solo quattro».

Sedge rise, puntando a sud-est verso l’unica costellazione bajoriana che Kirk conosceva: la Cintura di Denorios. «Perché il quinto fratello era il più saggio. Non c’è perché dimora nel Tempio».

«Perché gli altri quattro sono lassù?» chiese Kirk.

«Il primo era vanitoso» disse Sedge. Ruotò la maniglia di controllo ad angolo del propulsore e spense completamente il motore. «Il secondo era avido». Calò una piccola ancora inerziale dalla poppa, «il terzo era… beh, non c’è una parola standard per questo. Diciamo semplicemente che era… incurante dei consigli di suo suocero su come raccogliere le foglie di bateret». Kirk guardò Picard, ma Picard scrollò le



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