Storia naturale della distruzione by Winfried Sebald

Storia naturale della distruzione by Winfried Sebald

autore:Winfried Sebald [Sebald, Winfried]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: History, General, Military, World War II, Modern, 20th Century
ISBN: 9788845919237
editore: Adelphi
pubblicato: 2004-05-14T22:00:00+00:00


occasione, un certo tenente Bollert, era nato il mio stesso giorno e aveva la stessa età di mio padre.

Sin qui i pochi episodi in cui la mia vita è venuta a contatto con la storia della guerra aerea. Di per sé assolutamente insignificanti, non mi sono tuttavia mai usciti di mente e mi hanno alla fine indotto ad approfondire, almeno in una certa misura, la questione del perché gli scrittori tedeschi non abbiano voluto o potuto descrivere quell’esperienza compiuta da milioni di individui che fu la distruzione delle città tedesche. Sono perfettamente consapevole che queste mie annotazioni, prive di sistematicità, non rendono giustizia a un argomento così complesso, ma credo che, perfino nella loro incompletezza, esse contribuiscano a illuminarci sul modo in cui la memoria – sia essa individuale, collettiva o culturale – fa i conti con esperienze che trascendono i normali limiti di tollerabilità. E mi sembra altresì, sulla base delle lettere nel frattempo ricevute, che i miei tentativi di analisi siano andati a toccare un punto particolarmente sensibile nell’equilibrio psicologico della nazione tedesca. Non appena i giornali svizzeri ebbero riferito delle Conferenze di Zurigo, diverse redazioni di testate e programmi radiotelevisivi tedeschi si misero in contatto con me. Volevano sapere se avrebbero potuto pubblicare stralci di quanto avevo detto, ovvero se sarei stato disposto a farmi intervistare per approfondire l’argomento. Ma a scrivermi furono anche singole persone, interessate alla lettura del testo che avevo presentato a Zurigo. Alcune di queste richieste erano dettate dal bisogno di vedere finalmente i tedeschi presentati come vittime. In altre lettere si sosteneva invece che la mia tesi poggiava su informazioni lacunose, e a tale proposito venivano citati a mo’ d’esempio il reportage effettuato a Dresda da Erich Kästner nel 1946, alcune raccolte di documenti di storia locale o una serie di ricerche condotte in ambito accademico. Una professoressa emerita dell’Università di Greifswald, dopo aver letto l’articolo sulla «Neue Zürcher Zeitung», deplorava che la Germania fosse ancora e sempre divisa in due. Le mie affermazioni, a suo dire, erano un’ulteriore prova che all’Ovest non si sapeva né si voleva sapere nulla dell’altra cultura tedesca. Nella ex RDT, infatti, il tema della guerra aerea non era mai stato eluso e ogni anno si commemorava l’attacco su Dresda. Della strumentalizzazione di cui fu fatta oggetto la rovina della città nella retorica ufficiale della Germania Est – strumentalizzazione affrontata da Günter Jäckel nel suo saggio sul 13 febbraio 1945 apparso nei «Dresdner Hefte»105 – pareva proprio che la signora non si fosse mai accorta.

Da Amburgo mi scrisse il dottor Hans Joachim Schröder mandandomi il settimo capitolo del suo studio di mille pagine, pubblicato nel 1992 da Niemeyer, Die gestohlenen Jahre – Erzählgeschichten und Geschichtserzählung im Interview: Der Zweite Weltkrieg aus der Sicht ehemaliger Mannschaftssoldaten [Gli anni rubati – Storie narrate e narrazione storica in forma di intervista: la seconda guerra mondiale nell’ottica degli ex soldati], capitolo dedicato alla distruzione di Amburgo e dal quale risulterebbe, secondo il dottor Schröder, che la memoria collettiva della guerra aerea non è così assente nei tedeschi come sarei indotto a pensare io.



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