Storie di Scintilla by Raskal Iannucci & Lukha B. Kremo

Storie di Scintilla by Raskal Iannucci & Lukha B. Kremo

autore:Raskal Iannucci & Lukha B. Kremo [Iannucci Raskal & Kremo, Lukha B.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
editore: Kipple Officina Libraria
pubblicato: 2020-06-10T22:00:00+00:00


Quando lo vede arrivare non gli sembra vero. Seduto sui gradini della stazione ha inspirato ed espirato a fondo per parecchi minuti, senza arrivare a niente. Poi si è concentrato sul da farsi. Credeva di sentirlo alle sue spalle prima, mentre correva. Invece si era accorto della sua assenza solo quando era giunto alla statale. Aveva sentito altri spari. L’abbaiare dei cani.

In preda allo sconforto e alla paura si era diretto verso la città.

– Se succede qualcosa – si erano detti, – ci vediamo in stazione.

E ci credeva quasi. Credeva di trovarlo già lì ad aspettare, perché magari aveva fatto un’altra strada e invece no. Di Rosco nemmeno l’ombra.

– L’hanno preso – aveva pensato sedendosi.

E inspira, espira. Training autogeno. Esercizi di visualizzazione. Come gli hanno insegnato a fare al corso organizzato dal comune.

Concentrati.

Rosco trascinato in manette oltre confine e picchiato, incarcerato, magari sotto tortura. Bisogna chiamare subito l’ambasciata e la famiglia e chi glielo dice?

Inspira. Espira. Rilassati.

Così per più di un’ora. Si è anche accorto di aver perso lo zaino. Lasciato là, al reticolato. C’erano dentro i documenti e i soldi e tutto. Adesso sarà nelle mani di quei bastardi che chissà che ne faranno. I soldi se li spendono, garantito.

Ma i soldi non sono un problema. Sono un indio, io! pensa.

E pensa anche che forse dovrebbe tornare indietro a controllare. Ma poi cambia idea.

– Da libero posso ancora salvarlo. Se prendono anche me, è la fine.

Anzi, forse è meglio che me ne torni addirittura in Italia. Prenderò il primo treno per Roma. Andrò alla Farnesina. In fin dei conti si tratta di un incidente diplomatico, cazzo.

– Ah sì – pensa, – vedrete che casino che vi pianto!

Si alza ed entra nella stazione a controllare gli orari dei treni. Il primo parte dopo quaranta minuti e va a Venezia. Scintilla è determinato. Si farà il viaggio chiuso nei cessi. Però gli viene in mente che forse Rosco se n’è tornato in auto e quindi non gli conviene andare subito a Roma.

– No, meglio se mi fermo qualche giorno a Milano a riflettere.

Fa per avviarsi al suo binario. Quando lo vede arrivare non gli sembra vero.

Un fantasma. Nella sua testa è già un fantasma.

Si ferma. Gli va incontro. – Cazzo, ti stavo venendo a cercare!

Rosco inarca il sopracciglio porgendogli lo zaino. – Mi hanno fatto un culo così.

Scintilla abbassa gli occhi. – Mi dispiace – dice.

– Le cesoie me le hanno sequestrate.

– Ti hanno pestato?

– Secondo te?

– Pensavo tu fossi dietro di me!

– E lo ero. Ma uno di quei cani del cazzo mi è saltato alle caviglie – mostra i jeans mangiucchiati.

– Volevano sapere dov’eri finito.

– E tu? – sgrana gli occhi Scintilla. – Che gli hai detto?

– Niente, che dovevo dire? Ho detto che non ti conoscevo. Tutto qui.

Rosco si apre la giaccavento e gli mostra la felpa strappata. Si tocca l’addome facendo una smorfia di dolore. Ha anche un livido sul collo.

– Cazzo, speriamo non mi abbiano rotto qualche costola.

Toccatina all’ecchimosi e smorfia di dolore. Scintilla ripete Mi dispiace e – Ti stavo venendo a cercare.



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