Straziami ma di tofu saziami by Paola Maraone Paola La Rosa

Straziami ma di tofu saziami by Paola Maraone Paola La Rosa

autore:Paola Maraone, Paola La Rosa [Paola Maraone, Paola La Rosa]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Romance
ISBN: 9788858677896
editore: Rizzoli
pubblicato: 2015-02-10T23:00:00+00:00


11

Cominciare una relazione è come guidare un’auto senza sapere quanta benzina hai nel serbatoio. Quanto potrà durare il viaggio? Se due settimane, tre anni o una vita, non possiamo saperlo in anticipo.

Io e Francesco eravamo stati assieme due mesi. Troppo pochi per fare bilanci, abbastanza per polverizzare un guardaroba e un’intera collezione di sneaker. Seduta in cucina con i gomiti appoggiati sul tavolo e la testa fra le mani pensai che tutto quel che mi restava dell’uomo bellissimo di cui mi ero innamorata era una nutria ingombrante. E dato che lui, andandosene, aveva portato con sé le sue cose – anche se poche – mi sentii tristemente autorizzata a considerare finita la nostra storia. Così, con un peso nel cuore, decisi di non aspettare e di riportare Mariah dove l’avevo presa.

La caricai in auto e guidai nervosa fino alla Cascina felice. La mollai senza troppi convenevoli fra le braccia della prima volontaria che incontrai. Non era la rossa fiammeggiante e non fece nulla per convincermi a cambiare idea, ma confesso che, andandomene, la guardai allontanarsi nello specchietto retrovisore con un senso di colpa che non mi aspettavo di provare. Mentre la sua figura di goffo topo ispido diventava sempre più piccina, nel mio campo visivo una strana malinconia romantica da distacco mi fece venire le lacrime agli occhi. Se fossimo state in un film le avrei detto: «Ti riprenderò quando le cose andranno meglio, sfortunata creatura che rispondi al nome di Mariah». Nei fatti, all’altezza del casello autostradale di Alessandria avevo già rimosso tutto. Il senso di colpa era svanito. D’altra parte, anche Francesco aveva abbandonato me, che non ero nemmeno un topo.

Arrivata a Milano chiamai Diego per farmi consolare, ma il suo cellulare era staccato. Probabilmente stava finendo un turno di consulenza di tarocchi e oroscopo al telefono. Erano ormai le undici di sera, ero esausta, depressa e non avevo cenato: in cucina mi aspettavano le solite ignobili crocchette di miglio, per giunta fredde. Mi presi il lusso perverso e un po’ squallido di buttarle nel sacco dell’umido.

Soffrire per amore ed essere a stomaco vuoto è il peggiore dei castighi. Con Francesco fuori casa, forse per sempre, mi salì improvvisa una voglia irrefrenabile di salame. O salsiccia, o porchetta, o culatello. Insomma, qualunque cosa purché fosse maiale. Avevo l’acquolina in bocca. Stavo analizzando l’opzione mortadella quando il telefono squillò: era Diego.

«Ho visto che mi hai cercato.»

«Sì. Ti ricordi la mia frase preferita?»

«Quale? “Nella vita non vince il più forte ma chi si adatta più velocemente”?»

«No, l’altra.»

«Fammi pensare… “Tutto, pur di superare la nottata: una preghiera, un tranquillante, una bottiglia di whisky doppio malto”?»

«Esatto. Proprio questa.»

«Ma è la mia frase preferita, Alice.»

«Va be’, te la prendo in prestito.»

«Allora dimmi: cosa ti serve per superare la nottata?»

«Un panino al salame, perché Francesco mi ha lasciata.»

«Conoscendoti, è più probabile che tu l’abbia insultato senza lasciargli il tempo di spiegare e lui abbia fatto fagotto.»

«Può darsi, ma adesso non ho voglia di pensarci. Che ne dici se passo da te e andiamo a



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