Tamata e l'Alleanza: L'autobiografia di un grande navigatore: in oceano tra gli atolli e la foresta alla ricerca di una vita felice (Italian Edition) by Bernard Moitessier

Tamata e l'Alleanza: L'autobiografia di un grande navigatore: in oceano tra gli atolli e la foresta alla ricerca di una vita felice (Italian Edition) by Bernard Moitessier

autore:Bernard Moitessier
La lingua: ita
Format: mobi, epub, azw3
editore: Editrice Incontri Nautici
pubblicato: 2011-09-14T00:00:00+00:00


CAPITOLO 16

POCO dopo la visita della mia Goletta Bianca (nome volgare di uccello appartenente alla famiglia dei Làridi - Anous Stolidus - è simile alle rondini di mare, con becco lungo, coda forcuta, piumaggio grigio fuligginoso. Diffuso nei mari tropicali), venuta all’alba per annunciarmi l’atollo, il vento è tornato stabile. La prua romba di piacere nell’avventarsi sull’acqua. Suvarov è vicinissimo.

Quattro anni fa ricevevo a Tahiti il primo esemplare de La Lunga Rotta. La sera stessa Iléana veniva ricoverata d’urgenza in ospedale per partorire.

Due gemelli nati prematuri. Erwan (un chilo e due etti) è morto dopo due giorni. Stéphan (un chilo e tre etti) è diventato giallo come un limone. Ho creduto davvero che avrebbe fatto la stessa fine. Ha tenuto duro. È stato tremendo, e fantastico allo stesso tempo, vedere quella minuscola parte della nostra carne aggrapparsi alla vita, dentro la sua gabbia di plexiglas, senza che noi potessimo riscaldarlo nelle nostre mani, nemmeno per poco. Lentamente è affiorato alla luce. Ritornava da lontano. Dopo quaranta giorni d’incubatrice, un neonato miracolato riceveva finalmente il seno e la tenerezza di cui tanto abbisognava.

Diventato un ragazzino dagli occhi scintillanti di curiosità, Stéphan si delizia ogni sera ascoltando, a letto nel faré, la mamma che gli legge qualche pagina da Il libro della giungla o dalle Storie proprio così di Kipling.

Prima di partire per Suvarov, gli ho costruito la sua prima fionda. Abbiamo cercato insieme la forcella in un bosco di guaiave. Una forcella ben proporzionata alla sua mano. Gli ho mostrato come si porta una vera fionda magica attorno al collo, per non perderla mai. Lui ha imparato a selezionare i sassi giusti, né troppo grossi, né troppo piccoli, più rotondi possibile. E ho promesso di ritornare a Tahiti fra sei settimane, al massimo, per il suo quarto compleanno. Al rientro di suo padre, avrà realizzato di certo grandi progressi nell’impiego di quest’arma favolosa, cacciatrice di Draghi e terrore dei lampioni.

Il sole già alto fa brillare le creste delle onde, che si trasformano in miliardi di preziose perle frangendosi sulla barriera corallina di Suvarov.

Davanti al bompresso si apre il canale. È largo, libero da pericoli, con profondità smeraldine, accessibile a vela con qualunque oscillazione dell’Aliseo. Decine di sterne e di noddys zigzagano sopra la testa d’albero per accogliere, con striduli richiami, la bella barca rossa e bianca.

Una volta entrati nella laguna, inizia l’irreale.

Appena un frusciare di acqua contro la prua, il mormorio del vento che accarezza le vele, e i banchi di corallo, ben visibili qua e là, con tutto lo spazio attorno. A meno di cento metri sulla destra, l’isola di Tom Neale. Sulla sinistra, a due miglia, l’Isola degli Uccelli.

Prima do fondo davanti a Tom, come tutte le barche che passano di qui nel loro percorso verso Ovest. Gli porto provviste, e anche un machete nuovo: il suo era molto consumato già due anni fa, al precedente passaggio di Joshua. Dopo andrò all’Isola degli Uccelli, per il mio pellegrinaggio.

Tom, il vecchio solitario, è felice di vedermi.

Trasportiamo nel faré cinquanta chili



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