The Prison Healer (edizione italiana) by Lynette Noni

The Prison Healer (edizione italiana) by Lynette Noni

autore:Lynette Noni [Noni, Lynette]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2023-02-23T12:00:00+00:00


19

DOPO aver raccontato la storia di suo padre, Kiva uscì nel giardino delle erbe officinali, il posto in cui da sempre riusciva a sentirlo più vicino. Olisha e Nergal erano arrivati in anticipo, perciò sapeva che c’erano loro a vegliare sulla malata, e che l’avrebbero chiamata al primo segno di qualche problema. Ma era abbastanza sicura che Tilda fosse di nuovo stabile, almeno per il momento.

Mentre percorreva il sentiero coperto di ghiaia, passò le dita tra gli steli d’erba chiacchierina che crescevano più alti di lei, nascondendo quasi del tutto il viottolo davanti a sé. Quei lunghi germogli verdi erano tecnicamente erbacce, ma il liquido estratto dai gambi serviva a placare il mal d’orecchio. Inoltre le piaceva l’intimità che creavano, l’illusione che nel bel mezzo della prigione ci fosse un angolino nascosto di paradiso, tutto per lei.

Questo può essere il nostro posto, topolino, le aveva detto suo padre. Possiamo venire qui ogni volta che avremo bisogno di allontanarci un po’ da tutto quanto. È il nostro rifugio.

Kiva chiuse gli occhi mentre la voce di lui l’avvolgeva, le dita che continuavano ad accarezzare l’erba. Li riaprì solo quando arrivò al punto in cui il sentiero curvava per tornare indietro, facendo un giro completo. Alla sua destra c’erano le aiuole di fiori: tagete, calendula, lavanda, papavero, e subito accanto sboccianeve e cresciflora. Dall’altro lato c’erano le bacche, poi i germogli, le erbe, l’ortica, e così via. Il giardino era organizzato in sezioni per tipologia di pianta e proprietà curative. All’estremità più lontana del sentiero circolare c’erano gli esemplari più pericolosi, in un’aiuola a parte per diminuire il rischio che si diffondessero accidentalmente.

Kiva si guardò intorno e ricordò la prima volta che aveva messo piede in quel posto. Suo padre l’aveva presa per mano e l’aveva guidata lungo tutto il percorso, al tramonto.

È il nostro segreto, le aveva detto facendole l’occhiolino. Finché sarò il guaritore della prigione potrai sgattaiolare qui tutte le volte che vuoi.

E le guardie, papà?

Be’, fai finta che sia un gioco, aveva risposto Faran. È come quando giocavi a nascondino con Zulee, Tor e… Si era fermato prima di pronunciare il nome di Kerrin. Non lo faceva mai.

Kiva deglutì a quel ricordo.

Suo padre, il guaritore della prigione.

Era assolutamente prevedibile che ottenesse quel posto appena arrivato a Zalindov. Era stato mandato all’infermeria già il primo giorno, e aveva cominciato a lavorare alle dipendenze del medico in capo, una donna arcigna di nome Thessa. Faran era molto più esperto di lei, ma Thessa era il capo dell’infermeria da anni e si rifiutava anche solo di starlo a sentire, per non parlare di imparare qualcosa da lui o semplicemente cedere su qualcosa.

Era da tantissimo tempo che Kiva non pensava più a Thessa. Mentre si chinava a estirpare alcuni cardi che rischiavano di soffocare l’aiuola delle rhodiole, la sua mente tornò a quei primi giorni, così pieni di paura e tristezza, ma in cui c’erano stati anche dei momenti felici, per esempio quella prima passeggiata in giardino con suo padre.

Promettimi che, qualsiasi cosa accada,



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