Timeo in Paradiso by Piero Boitani

Timeo in Paradiso by Piero Boitani

autore:Piero Boitani [Boitani, Piero]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Donzelli Editore


Agostino distingue poi tre generi di «naviganti» che la filosofia può accogliere: quelli che se ne vanno per mare tranquilli, senza allontanarsi troppo, stabilendosi poi nella quiete; quelli invece che, «tratti in inganno dall’aspetto assai fallace del mare», si spingono al largo e «osano avventurarsi lontano dalla loro patria e spesso si dimenticano di essa»; e infine quelli che «continuano a tener fisso lo sguardo su alcuni fari e continuano a ricordarsi della patria dolcissima» e ad essa fanno ritorno. Tutti coloro che vengono portati verso la regione della vita felice devono comunque evitare «un monte di straordinaria altezza che si eleva davanti al porto stesso» ed è pericolosissimo per tutti i naviganti. È il monte della vanagloria. Tutto questo ha un’ovvia rilevanza per l’episodio infernale di Ulisse.

Rimane però un fatto di non poco rilievo: nel Paradiso, Agostino compare soltanto alla fine, insieme a Francesco e Benedetto, ormai nella candida rosa dell’Empireo, appena sotto Giovanni Battista. Ma di Francesco e Benedetto Dante ha parlato a lungo nei canti XI e XXII del Paradiso (col secondo ha addirittura un colloquio), mentre Agostino è appena menzionato nel canto X come colui che «si provvide» del latino impiegato da «quello avvocato dei tempi cristiani», Paolo Orosio. La sua assenza dalle corone dei Sapienti è davvero un fatto di inusitata proporzione, tanto più quando si consideri che le citazioni precise dal santo di Ippona nella Commedia sono rarissime. Dante non può semplicemente averlo dimenticato visto che per l’appunto lo ricorda. Né vale dire – come una volta in conversazione mi confidò Anna Maria Chiavacci Leonardi – che Dante aveva «introiettato» Agostino a tal punto che non aveva bisogno di fargli un posto nell’Atene celeste. Dante ha assorbito Boezio altrettanto integralmente, eppure lo inserisce nella corona di Tommaso. Cosa avrà scritto o fatto Agostino d’Ippona per non meritarsi di partecipare alla danza degli Spiriti sapienti? È un mistero che, temo, non risolveremo mai.



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