Tutti i particolari in cronaca by Antonio Manzini

Tutti i particolari in cronaca by Antonio Manzini

autore:Antonio Manzini [Manzini, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-11-23T12:00:00+00:00


Giovedì 8 marzo

Ci sono andato, al funerale. Ci sono tutte le persone della città che contano. I nomi non li conosco, ci vorrebbe la Farulli per indicarmeli uno a uno. La chiesa è piena di gente. La vedova, Donata Sesti Cattaneo, ricca sfondata e piegata dagli anni come un vecchio ramo, cammina a stento sorretta dalla badante e dal figlio, Luigi Sesti, un uomo sulla sessantina, parecchio in carne. Nessuno piange, tutti hanno la faccia triste e grigia ma neanche una lacrima. Che ci scrivo nell’articolo? La città in lutto saluta il grande avvocato eccetera eccetera? Descrivo i dipinti nelle cappelle? Non me ne intendo molto, ma mi paiono bruttarelli. O le colonne di marmo intorno all’altare? La volta a botte? Le navate? Che stile è ’sta chiesa? Non lo ricordo, troppo lontani gli studi liceali. E poi, a qualcuno fregherebbe qualcosa? Spero in un incidente, uno qualsiasi, per avere qualche riga da mettere nel giornale. Che so? Un malore improvviso della vecchia, una caduta sul pavimento di marmo liscio della chiesa, anche una bestemmia che scappa dalle labbra del prete. Invece niente. Il figlio sale sul pulpito. Prendo appunti, almeno posso riportare il discorso. “Papà era un grande uomo, e credo che la presenza di tutti voi stia qui a dimostrarlo. Per tutta la vita ha difeso le persone in tribunale come un leone... mi diceva sempre: Luigi, colpevole o meno ognuno ha il diritto a un equo processo! Ed è vero. Anche io, sapete, in gioventù finii sulla sedia degli imputati per un reato mai commesso, e mi è testimone Gesù Cristo qui, in questa chiesa, ero innocente. Credetemi, può capitare a tutti di finire invischiati in una storia simile, ebbene mio padre era lì ad assicurarmi che non tutto era perduto, che lui avrebbe dato il sangue perché ne potessi uscire al più presto. Ora papà se n’è andato. Molti dicono che abbia avuto una bella vita. Certo, è vero, ma solo io e mia madre ricordiamo tutte le notti che non rientrava a casa, a lavorare su carte e documenti, per la salvaguardia degli altri. Ne ero geloso, sapete? Chiunque fosse a guadagnare il suo tempo e la sua stima mi scatenava una gelosia incontrollabile. Ma ero un ragazzo, ai ragazzi andrebbero perdonate molte cose. È stato un padre che ho ammirato e amato, che ha fatto del bene a tantissime persone, e avere qui il sindaco e le alte cariche della città e del tribunale non fa che avvalorare quello che dico. Ringrazio anche i magistrati, l’ordine degli avvocati qui presente e i lavoratori del tribunale che sono venuti a dargli l’ultimo saluto. Ciao papà, fai buon viaggio, che la terra ti sia lieve, ora puoi riposare e magari farti finalmente un goccio di cognac, vero, mamma? Glielo avevi proibito da anni... Ciao, Attilio, ora e per sempre nei nostri cuori.” Più o meno ha detto questo. Niente di memorabile. Accompagnati dai tocchi di campana a morto, i becchini portano fuori la bara, all’uscita della chiesa per fortuna nessuno batte le mani, la caricano su un carro funebre.



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