Umani ibridi by Harry Parker

Umani ibridi by Harry Parker

autore:Harry Parker [Parker, Harry]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SUR
pubblicato: 2023-07-28T15:42:08+00:00


Infuriare contro il morire della luce

Qualche settimana dopo essere tornato dalla Germania mi do appuntamento con Jamie per una passeggiata al parco. Lo vedo da lontano, che aspetta di attraversare la strada. Il semaforo scatta due volte e le macchine si fermano e passano, si fermano e passano, ma lui ancora non attraversa. Vorrei andare ad aiutarlo. Ma poi il barista del pub all’angolo corre fuori a fargli da guida.

«A quel semaforo hanno tolto il segnale acustico», mi dice Jamie mentre entriamo nel parco. «È una bella seccatura».

Ci mettiamo a camminare, con il bastone bianco di Jamie che zigzaga lungo il sentiero. C’è una leggera sporgenza al centro dell’asfalto e immagino che stia cercando quella. Ho conosciuto Jamie poco dopo aver perso le gambe: abitiamo vicino. Mi ha sempre detto che essere cieco gli ha fatto scoprire un segreto, la gentilezza umana: «Le persone sono gentili da morire, davvero. Ecco, io vedo questo: la silenziosa cortesia del popolo inglese, che immancabilmente mi dà una mano se sono in difficoltà».

Il barista l’ha aiutato ad attraversare, ma ho visto una trentina di persone passargli accanto senza fare una piega. Jamie si accalora anche su questo. «Harry, è il terrorismo del politicamente corretto. Le persone hanno paura di offendermi se mi chiedono se mi serve aiuto. È vero, non mi serve aiuto per fare le scale o scendere dal marciapiede – sono dislivelli prevedibili e col bastone li vedo – ma mi serve aiuto sì, se sto per andare a sbattere contro un enorme bidone dell’immondizia che qualcuno ha piazzato nel bel mezzo del mio tragitto abituale. È successo, sai. Ero coperto di sangue, e un tipo che era a spasso col cane ha minacciato di legarmi col guinzaglio se non aspettavo l’ambulanza. Non importa se la gente usa le parole sbagliate o mi offre aiuto quando non mi serve. So che stanno solo cercando di essere gentili e apprezzo il pensiero. È colpa di quei disabili che al sentirsi chiedere se va tutto bene, rispondono: “Sì, e tu, tutto bene?”, come se uno li avesse insultati. Non possono essere semplicemente riconoscenti del fatto che qualcuno sta cercando di aiutarli?»

Mi ha fatto ricordare che ero stato entrambe quelle persone: mi era capitato di rispondere alle offerte di aiuto con un gentilissimo: «Ce la faccio, grazie», ma avevo anche la tendenza a un acido «NO, grazie», carico di un implicito Fatti i cazzi tuoi.

Jamie ha la retinite pigmentosa, una malattia congenita in cui le cellule della retina sul fondo dell’occhio si danneggiano e il campo visivo si riduce progressivamente. A dodici anni gli avevano detto che sarebbe diventato del tutto cieco entro i diciannove, ma in realtà è successo solo dopo i quaranta. «Le stelle non le ho mai viste», mi ha detto una volta. «Da bambino soffrivo di cecità notturna e dovevo rientrare a casa a tentoni dal giardino mentre tutti gli altri rientravano di corsa».

Sentendogli dire questo provo uno slancio di pietà nei suoi confronti, forse perché fra i cinque sensi la vista è quello a cui tengo di più.



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