Un giorno di Marzo (Italian Edition) by Rita Pani

Un giorno di Marzo (Italian Edition) by Rita Pani

autore:Rita Pani [Pani, Rita]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-04-23T22:00:00+00:00


11

Tuwualole aveva finalmente addormentato la bambina, ed era andata a sedersi in soggiorno, dove Ivan guardava un film in televisione, e Marzia accovacciata accanto a lui leggeva un libro. Lo abbassò appena l’altra si sedette sul divano più piccolo. “Tully, sabato sarà il mio compleanno e faremo una festa. Tu accompagnerai papà.”

Ivan abbassò la testa per guardarla in viso e lei senza scomporsi disse che così era deciso. La donna invece disse sicura: “Preferirei di non venire, mi sentirei estranea.”

“Non sei estranea, sei una mia amica, e a casa da sola non ti ci lascio.” Riposò lo sguardo sulle pagine del librò, Ivan fece un cenno d’intesa a Tully e si girò un’altra volta verso la televisione, che non stava guardando davvero. Lui avrebbe preferito il suo acquario sbraitante e muto dove affogare i pensieri.

“Tully, non hai più la benda alla mano!” notò Marzia che si alzò per andare a controllare la ferita.

“Ho tolto i punti. Tutto bene. Domani puliamo la finestra dei fiori, Vivian.”

Lui annuì. E ancora s’immerse nel suo acquario parlante. Aveva la netta percezione che qualcosa in lui fosse cambiato profondamente, e la stessa sensazione, per quanto l’avesse tenuta per sé l’aveva anche Marzia. Certe volte si era ritrovato a guardare la piccola donna nera che si muoveva allegra per casa, che giocava con la figlia, che le dava da mangiare con pazienza e tenerezza, o l’aveva osservata leggere un libro in italiano, di pomeriggio, seduta al tavolo della cucina, senza che lei si accorgesse di lui. La guardava con ammirazione e tenerezza, ma con un dolore fortissimo che a volte gli toglieva il respiro. La notte prima aveva dormito pochissimo, ma non aveva preso le gocce perché non era agitato o roso dall’ansia che lo terrorizzava. Aveva ripercorso l’orrore della vita della donna, e si era domandato come facesse a sorridere ancora, come riuscisse ad amare la preziosa creatura generata da tanta mostruosità. Si chiedeva dove trovasse il coraggio, sentendosi un uomo da nulla. “Io volevo morire per un paio di corna calzate male”, s’era detto con disprezzo.

Anche ora, seduto sul divano, con la testa della figlia posata sulla sua spalla, pensava alla dignità di quella donna che prima di sé stessa aveva messo sua figlia. Sospirò profondamente facendo oscillare il capo di Marzia. Ivan evitava, quando poteva, di guardare Tuwualole negli occhi. Provava vergogna per il solo fatto di essere uomo. “Oddio, se dovesse mai fraintendere il mio sguardo? Ne morirei, e ora che si è inventata Marzia, di farmela accompagnare alla festa? Una battutaccia di Elio, uno sguardo malizioso di Lucia e sarebbe la fine per me”. Pensò sospirando ancora.

“Non stai bene, papà?”

“Mh. Si tutto bene.”

Ivan si accorse che da quasi un’ora ormai, Marzia aveva il libro aperto sulla pagina 207. Le disse che forse era meglio chiuderlo e non stancarsi gli occhi.

“In realtà, papà. Stavo pensando. Ti sei misurato il vestito blu? Poi bisognerebbe comprarne uno per Tully, non voglio che venga con uno dei miei. Domani sera finirò alle cinque, potremmo andare in centro a cercare qualcosa di adatto.



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