Un pezzo alla volta by Annalisa Strada

Un pezzo alla volta by Annalisa Strada

autore:Annalisa Strada [Strada, Annalisa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Erickson
pubblicato: 2024-10-14T22:00:00+00:00


Capitolo XI

Rientrò in biblioteca. Se si aspettava di essere rimproverata, fu delusa. Il silenzio era violato solo dalla pioggia scrosciante. I lumi allineati al centro dei due lunghi tavoli erano stati accesi.

Tutte le sue compagne erano assorte, alcune nella lettura, altre ricamavano o riordinavano gli spartiti che avevano copiato al mattino nell’ora dedicata alla musica. L’unica che stava scrivendo era Elizabeth e lo faceva usando un lapis. La signora Finger trasudava disapprovazione, ma poiché stava scegliendo con Nora i colori per il ricamo, fu costretta a trattenersi. L’unico segno che concesse al proprio disappunto fu quello di arricciare il naso. In effetti, Mary non era un gran bel vedere. Si era cambiata la camicia, ma la gonna mostrava vistose chiazze di bagnato e penzolava come un cencio imbevuto. I capelli le stavano appiccicati alla testa, per non parlare delle calze, infilate a fatica sui piedi bagnati e attorcigliate attorno alle caviglie.

Il posto che occupava in precedenza era stato occupato da Violet, e quello fu un ottimo pretesto per andare a sistemarsi a fianco di Juliet.

Si sedette e subito quella le chiese: «Come mai hai impiegato tanto tempo?».

Mary si meravigliò di quella domanda diretta e pronunciata ad alta voce. Notò che anche Elizabeth aveva la stessa domanda scritta nello sguardo con cui quasi la perforava.

Sorrise disinvolta. «Ho dovuto aspettare a lungo il signor Thunder, credo fosse impegnato nell’orto».

Detto questo, chiese a Violet: «Adesso, per cortesia, mi passi i miei quaderni? Spero di non dover aspettare troppo l’inchiostro nuovo».

Bastarono una decina di minuti perché il signor Thunder facesse la sua comparsa, perfettamente asciutto e impeccabilmente ordinato.

Solo Mary notò che sulle sue mani pulitissime spiccavano le unghie scurite da tracce di terra.

L’uomo riempì con calma il bottiglione e poi passò a rabboccare uno a uno i calamai che ciascuna ragazza aveva davanti a sé.

Quando fu all’altezza di Mary, le si avvicinò un po’ troppo, incombendo su di lei con tutta la propria figura.

Mary tenne il busto dritto e lui arrivò quasi a sfiorarla. Fu allora che lei afferrò una nota dello stesso strano odore che aveva sentito nella stanza da incubo.

«Spero le basti» mormorò il signor Thunder.

Mary gli rispose a voce alta: «È sufficiente, grazie. Eventualmente, so dove trovarla» e solo dopo aver chiuso la bocca si morse la lingua per essere stata tanto impertinente.

Lui non replicò e uscì in silenzio, accompagnato dallo sguardo della signora Finger.

Intanto, fuori continuava a infuriare un temporale che somigliava sempre di più a una bufera d’acqua, con vento e pioggia talmente forti da fare tremare i vetri. Il freddo e l’umidità si insinuavano nelle ossa.

Allison si strofinò le braccia e azzardò: «Si può accendere un braciere? Anche piccolo…».

La signora Finger tirò su rumorosamente l’aria per il naso prima di rispondere: «Quando ce ne sarà bisogno, provvederemo».

Nessuna ebbe più il coraggio di dire qualcosa.



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