Una barca nel bosco by Paola Mastrocola

Una barca nel bosco by Paola Mastrocola

autore:Paola Mastrocola
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Guanda
pubblicato: 2008-03-26T23:00:00+00:00


Alberi

È stata una pubblicità del Natale. Veramente ci mancano due mesi a Natale, ma cominciano già a fare la pubblicità e hanno tappezzato le strade di un certo cartellone, niente di speciale, solita scenetta: una famiglia felice che scarta il Galup sotto l'albero. Ecco, appunto: l'albero. È il solito pino, ma è enorme, riempie quasi una parete e ci fa anche l'ombra...

Poteva venirmi ben prima questa idea, visto che proprio accanto alla gastronomia c'è un negozio di piante. Anzi, non so proprio come ha fatto a non venirmi subito questa benedetta idea, semplice, geniale. Mi precipito al termosifone di Furio e glielo dico:

«Furio, m'è venuta l'idea!»

«Gaspare!»

Gli dico che aveva proprio ragione lui, è stramaledettamente vero che le idee ti vengono quando vogliono loro. Oggi l'idea mi è arrivata così, di colpo: bang, colpito in testa, folgorato.

«Furio, è semplice: comprare una pianta!»

«Gaspare!»

E basta anche lui con questa cosa che mi chiama Gaspare novanta volte al giorno, adesso poi che mi chiamo Felix! Forse però dovrei dirglielo che non mi chiamo più Gaspare, se no come fa a saperlo?

Glielo dirò dopo. Adesso gli spiego l'idea: ovvio, se non posso mettere né quadri né tappeti né moquette né piastrelle... allora ci metto una bella pianta. La sbatto contro il muro dove ci sono le macchie o i tubi ed è fatta.

«Furio, cosa ne pensi? Non dico un pino, che fa troppo Natale. Ma una pianta... una pianta generica.»

«Gaspare, è magnifico! Gaspare... Gaspare!»

Basta. Prima che mi gasparizzi del tutto, me ne vado.

Mi precipito dalla fioraia.

La fioraia ha il negozio proprio attaccato al nostro, e si lamenta sempre che le nostre polpette rovinano il profumo dei suoi fiori; invece secondo me è la puzza dei suoi orrendi fiori marci che rovina le nostre polpette.

La fioraia è una donna grassa con gli occhi da bue, e io non la sopporto, non solo per gli occhi da bue, ma anche perché sta sempre sulla porta e sembra che mi controlli. È che non sono poi molti quelli che comprano fiori, quindi lei cosa deve fare, se non starsene sulla porta a guardar fuori? Io la capisco anche, ma mi da fastidio lo stesso. Comunque entro, e le dico che voglio una pianta.

«Che pianta?» mi chiede buttandomi in faccia gli occhi da bue.

«Non so, una pianta generica.»

«È per tua madre?»

«No.»

«E per Natale?»

Rispondo di sì, ma solo per non insospettirla: tanto è davvero Natale fra poco, e quindi perché no? Non mi chiede altro e alza le spalle; sparisce dietro e ritorna portandomi una pianticina con un enorme fiore rosso in mezzo.

Mi dice che è una stella di Natale. Non so un fico secco di stelle di Natale e le chiedo quanto ci mette a crescere una cosa così, «Un po'...»

«E quanto dura?»

«Dura...»

Non sono notizie precisissime, ma decido che mi bastano.

Quando porto a casa la pianta, mia madre mi accoglie festosa e non la finisce più di ringraziarmi. Pensa che sia per lei. Le dico: è per Natale, e quasi si mette a piangere, dice che lei lo sapeva che sono sempre bravo e che non se lo merita proprio un figlio così.



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