Una regata da pazzi by Peter Nichols

Una regata da pazzi by Peter Nichols

autore:Peter Nichols [Nichols, Peter]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sports & Recreation, Water Sports, Sailing, Travel, Special Interest, Adventure
ISBN: 9788865949399
Google: 4yJ5zwEACAAJ
editore: Nutrimenti
pubblicato: 2022-06-15T18:08:22+00:00


15

Sette concorrenti della Golden Globe erano a quel punto sparsi in mezzo mondo sulle acque oceaniche.

Anche il ‘Chichester italiano’, Alex Carozzo, ‘salpò’ ufficialmente il 31 ottobre. Era, se possibile, ancora meno pronto di Donald Crowhurst, o forse era più determinato, così spostò la sua barca, Gancia Americano, ancorandola al largo del cantiere di Cowes, sull’isola di Wight, dove era stata costruita. Lì sarebbe rimasta, sballottata dalla marea, tecnicamente partita, fino a quando Carozzo non si fosse sentito pronto a prendere il mare. Il 66 piedi, un monoscafo di legno stampato a freddo, era robusto e leggero e, mentre sarebbe stato quasi impossibile per Carozzo raggiungere i leader, sembrava un probabile candidato al premio di 5.000 sterline per la circumnavigazione più veloce. Certamente, questo concorrente avrebbe dovuto impensierire Donald Crowhurst.

Mentre Crowhurst bordeggiava verso sud e ovest attraverso il canale della Manica, 5.000 miglia più a sud, nell’Atlantico, Nigel Tetley si stava avvicinando all’isola brasiliana di Trindade, dove Moitessier aveva salutato gli stupefatti abitanti quasi un mese prima. Il vento era stato leggero tutto il giorno e si era ridotto a zero al tramonto, lasciandolo in bonaccia. La radio di Tetley dava problemi da una settimana, e il navigatore non era riuscito a trasmettere la sua posizione. Temeva che Eve fosse in ansia per lui.

Quella sera, mentre il Victress giaceva immobile in bonaccia, provò di nuovo con Radio Città del Capo, ma non ottenne alcuna risposta. “È stata un’esperienza inquietante cercare di comunicare senza ricevere risposta”, scrisse nel suo diario di bordo, “ci si sente come se si fosse morti”.

1.800 miglia a sud est, più o meno a metà strada tra il Sudamerica e il Sudafrica, Loïck Fougeron aveva molto più vento.

Il giorno prima, il 30 ottobre, aveva passato l’isola di Tristan da Cunha. Il vento si era mantenuto leggero per tutta la mattina, ma nel primo pomeriggio ricomparve e in poche ore iniziò a soffiare con forza di burrasca. Presto sollevò onde più grandi di quanto Fougeron avesse mai visto prima. Si infransero ripetutamente sul Captain Browne, esplodendo sul ponte con una tale forza da fargli temere che i portelli in Perspex della barca si sarebbero rotti, inondando la cabina. Nelle prime ore del 31 ottobre, stimava che il vento avesse la forza di un uragano. Sopra il mare in tempesta, il cielo era a tratti sgombro di nubi e una lucente luna piena illuminava la scena selvaggia. Era il peggior tempo che avesse mai visto, e aveva paura.

A poche centinaia di miglia a sud est, un po’ più avanti di Fougeron, Bill King e il Galway Blazer II affrontavano la stessa tempesta, a secco di vele.

Avevo visto tempeste dalla piccola piattaforma dei sottomarini o su barche a vela in tutto il mondo; ma non mi era mai venuta in mente l’immagine del tumulto del tifone che ho visto abbattersi su Galway Blazer… Nel bel mezzo dell’uragano, il cielo si schiarì, e vidi una luna piena che illuminava la scena, fredda e distaccata.

Eppure Galway Blazer affrontò bene le onde per una



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