Una tragedia imperiale by Ortensio Zecchino

Una tragedia imperiale by Ortensio Zecchino

autore:Ortensio Zecchino [Zecchino, Ortensio]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Salerno Editrice
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


7. L’EPILOGO NELLA DISPERANTE SEGREGAZIONE DEL LEBBROSO

L’iniziale prigionia di Enrico si trascinò tra Heidelberg e il castello di Alreheim in Rezia. Ma Federico, temendo che la presenza in Germania potesse tener vivi focolai di ribellione, nel gennaio del 1236 decise di trasferire il prigioniero nel suo piú sicuro e lontano dominio meridionale. Enrico aveva allora venticinque anni, e tornò in catene in quel Regno del Sud di cui era stato re bambino, e che aveva lasciato venti anni prima, quando il padre lo aveva richiamato in Germania con la madre, per realizzare i suoi ambiziosi piani di potere. Lo accolse qui la rocca di San Felice, presso Melfi, in Basilicata.72 Sulla sua lunga prigionia ben poco ci è dato sapere.

Di quel tempo abbiamo poche tracce di lui, alcune significative e alcune sorprendenti. Federico accennò al figlio in una lettera della primavera del 1236 nella quale rappresentò al re di Boemia tutta una serie di malefatte del duca d’Austria, cognato di Enrico. Gli raccontò che per rabbonirlo gli aveva promesso ottomila marchi per chiudere il contenzioso sull’affare della dote della moglie di Enrico, sorella di lui, ma aggiunse: «senza contare la recente imboscata che ha organizzato per catturare nostro figlio Enrico, durante il viaggio» (evidentemente quello del trasferimento dalla Germania all’Italia meridionale).

Sorprende molto che alcuni atti, redatti nel 1237 in Troia, città di non piccolo rilievo nel Mezzogiorno medievale, davanti a un giudice, rechino come indicazione cronologica:

Anno dominice incarnationis millesimo ducentesimo tricesimo septimo. Imperii vero domini nostri Frederici Dei gratia Romanorum serenissimi et semper Augusti anno septimo decimo […] Sicilie quoque anno quadragesimo, atque cum eo regnante domino nostro Henrico gloriosissimo rege filio eis anno vicesimo quinto […].73

Chiudono gli atti la sottoscrizione del giudice Angotto. Appare del tutto inspiegabile che in documenti pubblicamente certificati, la data (9 settembre 1237) sia definita in relazione agli anni di regno di Federico e «del coregnante, nostro signore Enrico gloriosissimo re, suo figlio», mentre quest’ultimo, condannato e destituito, era recluso in una fortezza-carcere del Regno (sola disinformazione degli eventi nell’estrema periferia dell’Impero, anche da parte di un funzionario regio?).

Un documento che dice molto delle condizioni del prigioniero è un ordine che il padre impartí da Foggia, sua abituale residenza. È del 10 aprile del 1240 ed è indirizzato ad Alessandro, magister procurator Apulie. Questo il testo:

Abbiamo appreso che Enrico, nostro figlio, che si trova a San Felice, non è vestito come gli si conviene; diamo perciò mandato alla tua fedeltà affinché attraverso una richiesta al nostro fedele Tommaso […] giustiziere di Basilicata, e per ordine dello stesso, tu possa provvedere a vestiti decenti per quel nostro figlio (HB, V/2 p. 888).

Lo stato di degrado in cui viveva Enrico doveva essere davvero grave (ne vedremo fra poco la ragione), se la notizia giunse anche a Palazzo, inducendo Federico ad intervenire. Dopo la dura condanna inflittagli cinque anni prima, è questo il primo segno di una qualche premura paterna verso quel figlio sventurato.

Nel giugno di quello stesso anno, sappiamo che Enrico fu trasferito da San Felice a Nicastro, in Calabria.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.