Una vita da libidine by Jerry Calà

Una vita da libidine by Jerry Calà

autore:Jerry Calà [Calà, Jerry]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biografia
ISBN: 9788820094706
Amazon: B01DTO6G4W
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2016-04-18T22:00:00+00:00


12

Cinecittà pop

ANCORA Verona. Proprio non riesco a staccarmi da questa città, nemmeno quando giro il mio primo film da solo, quello in cui mi esibisco come «Jerry Calà e basta» invece di quel «Jerry dei Gatti» che mi ha quasi perseguitato.

Certo, I fichissimi è ambientato a Milano e – non tutti lo sanno – alcune scene sono state girate a Roma, in un quartiere di fama non esattamente cristallina, il Laurentino 38. Ci furono anche momenti difficili durante le riprese romane, perché i piccoli ras del quartiere non ci mollavano un secondo. Credevano stessimo girando un film comico sul loro ambiente. Alla fine riuscimmo a spiegare che il quartiere ci serviva solo come location e che sarebbe stato spacciato per la periferia di Milano.

Cosa c’entra allora Verona? Semplice: per scrivere il soggetto del film, Carlo ed Enrico Vanzina si erano basati su Romeo e Giulietta di Shakespeare. Be’, se l’hanno fatto gli americani con West Side Story perché non avremmo dovuto farlo noi? Il mio stesso personaggio si chiamava Romeo e naturalmente la protagonista, che nel film era la mia ragazza oltre che sorella di Diego Abatantuono, si chiamava Giulietta. La interpretava Simona Mariani, che poi sarebbe diventata famosa come valletta parlante di Raimondo Vianello in Zig Zag.

Io ero single, ai tempi, e mi ero follemente innamorato di lei. Simona mi fece credere di ricambiare un po’ questo mio interesse, ma nel frattempo era fidanzata con un ricchissimo imprenditore romano. Io, illuso, avevo organizzato una fuga romantica, alla quale lei aveva detto sì. Una cosa mielosa da innamorati di fotoromanzo. «Scappiamo insieme io e te, non sono ricco ma ti amo!» Non c’è mai stato nulla di fisico a parte i baci in scena, sui quali un po’ ci marciavo.

A Milano avevo fatto in modo di prendere una camera vicina alla sua in albergo. Facevo cose da film scemo, tipo che lei si affacciava al balcone e io mi facevo trovare appoggiato al mio davanzale a dire cose come «Che magnifica serata!», oppure le lasciavo i fiori davanti alla porta.

Poi, tornati a Roma, le proposi un weekend insieme. Lei all’inizio era titubante, poi accettò. La aspettai in stazione, come un pirla, con il borsone in mano. Non venne mai.

Quella sera mi avevano invitato a una festa di gente ricca alla quale avevo dato forfait per partire con Simona. Visto che però non ero partito ci andai. E chi ci trovai? Simona con il ricco imprenditore. Lei mi fece uno sguardo come per dire: scusami, ma proprio non ce l’ho fatta.

Mi asciugo la lacrimuccia e torno a I fichissimi. Il personaggio di Diego si chiama Felice, come quello che aveva interpretato l’anno prima in Arrivano i Gatti; ma è una coincidenza, tra i due non c’è alcuna relazione. Quando si scrivono i copioni, per i nomi dei personaggi ci si ispira spesso agli amici. In Un ragazzo e una ragazza, per esempio, io mi chiamo Calogero Bertolotti, che è il cognome di un grande amico di Claudio Bonivento.

I fichissimi costò solo



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